di Stefano Gandus, medico pediatra omeopata Quanti virus si sono finora eradicati con vaccinazioni universali? Solo quello del vaiolo, e tra l’altro con una combinazione di vaccinazione universale seguita da vaccinazioni mirate ai possibili contatti degli individui ammalati, facilmente identificabili per le caratteristiche cliniche del vaiolo. Identificazione impossibile per il Sars-Cov-2, vista l’alta percentuale di infezioni asintomatiche e di malattia con sintomi non specifici. Morbillo e poliomielite hanno sintomi specifici; eppure, nemmeno questi due virus sono stati eradicati, nonostante siano oggetto di programmi globali di eradicazione che vanno avanti da decenni, la vaccinazione sia gia diffusa a gran parte della popolazione mondiale, non ci siano problemi di produzione di vaccino, l’unico ospite sia l’uomo. Anzi, il morbillo sta aumentando a livelli preoccupanti, con oltre 200.000 morti nel 2019 e probabilmente di piu nel 2020, visti i rallentamenti nei programmi di vaccinazioni causati dalla Covid-19. Come potremmo pensare di eradicare il Sars-CoV-2, dopo essere partiti da pochi mesi con vaccinazioni, solo in paesi ad alto reddito, con miliardi di persone al mondo senza prospettive di vaccinazione nei prossimi anni e da cui non sarebbe realistico potersi isolare, con serbatoi anche animali (pipistrelli, pangolini, zibetti, visoni… per non parlare di allevamenti intensivi/dell’uso di gabbie, e persino di cani e gatti!) Gli stili di vita salutari Riducono le malattie croniche (sottese anche a Covid-19 gravi) e rafforzano lo stato di salute e le connesse difese immunitarie,mentre un modello culturale, economico e sociale non basato sulla crescita economica fine a se stessa ma che punti a sostenibilità, equità e benessere promuove la sostenibilità ambientale ed ecologica. Si segnala che i pazienti italiani deceduti fino al 30-3-21 positivi a Sars-CoV-2 (età mediana 83 anni: 86 per le donne, 80 per i maschi) avevano un numero medio di 3,6 patologie (in ordine decrescente di frequenza ipertensione, diabete di tipo 2, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, demenza, insufficienza renale cronica, BPCO, cancro attivo, scompenso cardiaco… tutte condizioni in ampia misura prevenibili con miglioramento degli stili di vita e delle condizioni ambientali. Si aggiunga che ad es. un ampio studio retrospettivo qui ha mostrato che nei 2 anni precedenti una Covid-19 l’inattività fisica, vs il raggiungimento della soglia settimanale raccomandata, si associa a rischio doppio di ricovero e ingresso in terapia intensiva, e più che doppio di morte, con peso comparativo maggiore di ogni altro fattore di rischio o patologia). Solo il 3% dei deceduti non aveva patologie croniche, mentre oltre i due terzi ne avevano 3 o più (media generale nei deceduti: 3,8 patologie croniche nelle donne, 3,5 nei maschi). Anche i vaccini sono indubbiamente importanti per parte della popolazione, ma inseguire le varianti di questo virus e nuove epidemie con vaccini sempre nuovi potrebbe non essere la strategia più efficace ed efficiente, come non sembra realistico puntare su una vaccinazione e continue rivaccinazione universali, per quanto discusso altrove in questo documento. Le Cure Tra le cure semplici ed economiche potenzialmente efficaci, che andrebbero valutate con urgenza in appropriati RCT, segnaliamo l’adenosina, l’esperidina, l’ivermectina, (per altro recente oggetto di una rigorosa revisione sistematica di RCT che ne mostra l’efficacia preventiva e curativa, ASA a dosi antipiastriniche (~80 mg/die), l’N Acetilcisteina, che per altro aveva già dimostrato in modo convincente l’utilità verso sindromi influenzali. La Rete Sostenibilità e Salute ha anche chiesto di valutare con urgenza con una ricerca randomizzata controllata la contestabile utilità di pratiche quasi generalizzate come la somministrazione di paracetamolo alla comparsa della febbre, con il rischio sia di ostacolare tale potente strumento di difesa evolutiva nei confronti delle infezioni respiratorie, sia di consumare le riserve antiossidanti di glutatione. Il dibattito Va riconosciuta la legittimità e riacquisita l’agibilità di un dibattito scientifico pubblico, che non faccia perno su un elemento unico come la vaccinazione universale, ma su almeno cinque caposaldi: 1) prevenzione primaria ambientale (no a deforestazioni, a perdita di biodiversità; no ad allevamenti intensivi, a politiche energetiche basate sui combustibili fossili, ecc.); 2) prevenzione primaria individuale evidence-based incentrata su sani stili di vita (attività fisica, no al fumo, alimentazione salutare https://fondazioneallinearesanitaesalute.org/2020/10/provvedimenti-alla-portata-di-chiunque-per-potenziare-la-salute/, in grado di ridurre i rischi specifici di Covid-19 e tutte le patologie croniche associate alla sua maggiore gravita); oltre che su misure di contenimento evidence-based; 3) profilassi vaccinale focalizzata su soggetti a rischio (per eta, patologia, alta esposizione professionale), e da mettere invece in discussione per soggetti a basso rischio (salvo per chi, correttamente informato, consapevolmente la scelga), respingendo in ogni caso qualunque obbligo; 4) contrasto a cure sbagliate e iatrogene: mascherine imposte dove non necessario, e soprattutto agli infetti (salvo durante loro indispensabili interazioni con i caregiver), costretti dalla reinalazione ad aumentare a dismisura la propria carica virale; qui qui paracetamolo (da evitare sempre) e antinfiammatori (da evitare almeno nelle fasi viremiche); inibitori della pompa protonica; ipocolesterolemizzanti salvo in prevenzione secondaria CV, e comunque con moderazione (il colesterolo LDL si associa a riduzione di gravita e mortalità per malattie infettive e di mortalità totale negli anziani); 5) promozione di cure appropriate, a partire da quelle domiciliari, che si mostrano evidence-based, sicure e sostenibili. Benché i vaccini siano stati prodotti con tecniche profondamente innovative, gli studi di tossicità generale e riproduttiva sono stati condotti solo su ratti, e non sono stati realizzati quelli su genotossicità e cancerogenicità. La riduzione della Covid-19 c’è, ma l’efficacia protettiva dei vaccini può essere inferiore a quanto dichiarato, per alcuni motivi qui accennati. Indagini meta-epidemiologiche hanno mostrato esagerazioni medie dell’efficacia rilevata in studi clinici in presenza di: - sponsor commerciali (sponsorship bias): le probabilità medie di conclusioni a favore dell’efficacia di prodotti dello sponsor sono +34% (oltre a un non significativo +37% a favore della loro sicurezza); - inadeguato o poco chiaro mascheramento delle liste di randomizzazione e/o doppio cieco assente o poco chiaro (specie per esiti soggettivi o misti, cioè in parte discrezionali), che si associano a un’importante esagerazione dell’efficacia; - interruzione precoce rispetto al protocollo (con una sovrastima molto grande dell’efficacia rilevata se il RCT ha registrato meno di 200 eventi, come in effetti e il caso di questi RCT; ma la sovrastima e significativa anche se il RCT ha registrato più di 500 eventi); ricercatori principali (il 1° e l’ultimo) in relazioni finanziarie con i produttori/sponsor: in tal caso vi è un OR 3,37 di riportare esiti favorevoli per lo sponsor, anche in modo indipendente dallo sponsorship bias. I RCT sui vaccini Pfizer e Moderna hanno tutte queste caratteristiche, in gran parte condivise anche da quello sul vaccino Astra Zeneca, che per altro presenta più problemi metodologici e nella conduzione. Inoltre, si ribadisce che i dati dei RCT su cui discutono le autorita regolatorie e la comunità scientifica sono forniti dall’industria. Quelli grezzi completi saranno consultabili tra molto tempo, nonostante le richieste di ricercatori indipendenti, che hanno anche sollevato importanti critiche metodologiche. Il Comitato di aggiudicazione dei casi di Covid-19 per il vaccino Pfizer includeva solo dipendenti Pfizer.
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Pubblichiamo la lettera-appello del dott. Mario Savino, medico specialista urologo presso l’Ospedale di Campostaggia di Colle di Val d’Elsa (Siena), che ho il piacere di conoscere personalmente. È un appello indirizzato ai colleghi, e non solo, alla riflessione su questa realtà imperante di pensiero unico, di scienza dogmatica, di etica professionale ingabbiata in un modus operandi imposto che disattende i principi del Giuramento di Ippocrate, cui tutti i medici dovrebbero riferirsi nell’esercizio della professione. Il dubbio e il dialogo sono il sale della Scienza e Consensus Ars Medica ne vuole essere l’espressione, condividendo e sottoscrivendo questo appello affinché trovi la massima diffusione. Appello per una “medicina di confronto” – dott. Mario SavinoQuesto appello è rivolto a tutti coloro che abbiano dubbi piuttosto che certezze. E’ rivolto in particolare a chi si occupa da sempre di salute, di cura, di malattie ma soprattutto di malati. È un appello per medici, infermieri, personale del mondo della sanità di ogni genere; è rivolto a loro in particolare perché sanno per esperienza diretta che prendersi cura di un malato va ben oltre l’applicazione diligente di protocolli e spesso non si realizza semplicemente facendo richiami nozionistici agli studi effettuati. È un richiamo alla loro intelligenza, alla loro coscienza capace di discernere di volta in volta come modellare la scienza a strumento di cura efficace. È una scossa che spera di sbrinare il torpore che ci avvolge. Questo appello non fa discriminazioni, è per tutti. È per i vaccinati convinti, ma anche per tutti coloro che non lo erano fino in fondo. Per coloro che hanno preferito farlo per non incappare in fastidiose discussioni, che sono stati invitati caldamente dai propri superiori, che hanno temuto per il proprio posto di lavoro, o che hanno temuto (ahime!) per le proprie vacanze. È un appello anche per chi non si è vaccinato e che sceglierà di non farlo mai. Ragioniamo e cerchiamo di farlo in questi giorni che i numeri sembrano darci tregua così da costruire qualcosa per quelli a venire. Ragioniamo e cerchiamo di trasformare la crisi in un’opportunità di crescita reale. Se, voltandovi indietro a riguardare gli ultimi 12 mesi, vi venissero dei dubbi su quanto sta accadendo (la pandemia, la gestione sanitaria, le curve, gli indici) non scrollate le spalle delegando a qualcun altro la competenza di decidere per voi. Non sono solo virologi o infettivologi ad avere il primato assoluto della discussione in questa materia. I dubbi e le proposte legittime hanno dignità di esistere comunque. Dal cilindro dei perché tiriamo fuori tutte le domande, da quelle fondamentali a quelle apparentemente banali. Sembreranno domande confuse solo ad un primo sguardo, ognuna di loro è comunque legata alla successiva. E così la prima: la maggior parte dei medici sono dei clinici, la guarigione dei loro pazienti dipende dalla cura impartita per quella determinata condizione. Perché per tutti quelli che si sono ammalati in questa pandemia non è stata proposta una terapia coordinata? Ha senso vaccinare un’intera popolazione contro un virus che per sua natura varia continuamente? Ha senso estendere la vaccinazione ai ragazzi (asintomatici la stragrande maggioranza) senza aver considerato i potenziali effetti collaterali non del tutto ancora chiariti? Che senso ha limitare la circolazione delle persone non vaccinate se i vaccinati possono essere comunque veicolo di contagio? E come verranno considerati coloro che, pur volendosi vaccinare, non avranno potuto farlo per ragioni di salute individuale? Cosa si deve salvaguardare la sostanza o le apparenze? Affrontando la sostanza del problema appunto, e non accecati dalle apparenze, una cura tempestiva e determinata con criterio non contribuirebbe a ridurre gli accessi in ospedale e alle terapie intensive, e, in definitiva, non ridurrebbe il rischio di nuove chiusure generalizzate? Se oltre alla preoccupazione sanitaria, si cerca di impedire un tracollo economico determinato proprio dalle restrizioni, quella della cura non avrebbe diritto di essere pianificata come soluzione? La vaccinazione è da intendersi come prevenzione, non come cura in ogni modo, giusto? In questo appello non ci sono le risposte a tutti questi perché. Non ci sono pregiudizi. Ci sono domande frequenti, sulla bocca e nella mente di molti che non hanno trovato possibilità di libera espressione e risposta. La scienza moderna alla quale si fa richiamo con tanto ardore nasce, ricordiamolo, ed è fondata sul dubbio non certo sul dogma o sull’assoluto. Nasce dall’istintivo desiderio di dare risposte a domande impopolari, assurde, a volte fuori contesto. Ma capaci di far spostare il punto di vista di quel tanto da consentire di osservare il fenomeno da un’altra prospettiva, con la possibilità di illuminare ciò che sembrava nascosto o addirittura invisibile. Raccogliamo le idee dunque. Siamo propositivi. È nostro dovere chiedere spiegazioni, ragionare, costruire una strategia e cucirla addosso in maniera differente paziente per paziente. Non lasciamoci offuscare dai vincoli dei protocolli. Agiamo con scienza e coscienza. Affianchiamo alla nostra preparazione il nostro sentire, senza svilirlo perché sinonimo di emozione, di empatia, di personalismo. La cura delle persone, prima che della malattia, fanno della medicina un’arte. Impegniamoci senza tregua quindi in ciò di cui siamo convinti, in ciò in cui crediamo, senza subordinare nemmeno il nostro più piccolo e insignificante gesto al timore del giudizio altrui, di sembrare fuori dal coro, all’indifferenza che spesso si nasconde dietro alle impersonali e anonime valutazioni statistiche. ‘Primum non nocere’. I numeri calano, questo ci raccontano, le vacanze sono alle porte e ne abbiamo tutti bisogno. Ma non spegniamo il cervello per questo. Non facciamoci trovare ancora una volta impreparati, sorpresi. Sfruttiamo la tregua per affrontare quelle domande con la giusta calma, per provare a costruire un piano alternativo. Non facciamoci avvolgere nuovamente dalle spire di quel vortice che ci impedisce di respirare, di ragionare. Non possiamo delegare ad altri questo compito. Siamo noi che ce ne dobbiamo occupare. La salute della gente, degli impiegati, dei bancari, degli agricoltori, degli operai, dei nostri genitori, dei nostri nonni e soprattutto dei nostri figli dipende da noi. E dalla forza che avremo in questo momento. Mario Savino fonte: https://www.con-senso.it/appello-per-una-medicina-di-confronto/ L. 76/2021 ART.4: LA LIBERTA' DI DIRE No Secondo questa legge gli operatori della sanità italiana devono sottoporsi a vaccinazione obbligatoria. L'Italia è l'unico Paese europeo a prevederlo. I farmaci utilizzati a presunto scopo vaccinale sono ancora in fase SPERIMENTALE. Lo sviluppo di un vaccino, secondo scienza e coscienza, richiede mediamente un tempo stimabile tra i 10 e i 15 anni (lo dichiara la International Federation of Pharmaceutical Manufactures and Associations IFPMA che rappresenta le ditte e le associazioni farmaceutiche basate sulla ricerca,in tutto il mondo). Il gruppo di lavoro ISS Bioetica COVID-19 (Aspetti di natura etica nella sperimentazione di vaccini anti covid 19-18/2/21) afferma che“la maggioranza degli studi vaccinali di fase 3 eseguiti negli ultimi 50 anni ha richiesto un tempo di conduzione di numerosi anni”. Gli eventuali effetti collaterali più gravi richiedono un lungo tempo di osservazione. L'EMA precisa “i cui esiti potrebbero condurre al diniego del rinnovo dell'autorizzazione”. Le stesse case farmaceutiche nelle schede tecniche dei vaccini indicano come fine della sperimentazione e quindi l'approvazione dell' efficacia e della sicurezza le seguenti date: -VAXZEVRIA 31 MARZO 2024 -COMINARTY DICEMBRE 2023 -MODERNA DICEMBRE 2022 -JANSSEN 31 DICEMBRE 2023
ART. 1 CODICE DI NORIMBERGA 1947 DICHIARAZIONE DI HELSINKI 1964 ART.5 CONVENZIONE DI OVIEDO 1997 ART.3,10,21 CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA 2007
ART.9 CODICE DI NORIMBERGA 1947 DICHIARAZIONE DI HELSINKI 1964 ART.5 CONVENZIONE DI OVIEDO 1997 E SENZA ALCUNA CONSEGUENZA DICHIARAZIONE DI HELSINKI 1964
ART.10 CODICE DI NORIMBERGA 1947 anche dopo effetti collaterali importanti avvenuti dopo la prima dose viene effettuata la seconda “Si dovrà fare una preparazione tale da evitare che il soggetto abbia lesioni, danni o morte” ART.7 CODICE DI NORIMBERGA 1947 per quale motivo alcuni medici di base si rifiutano di prescrivere esami pre-vaccinali? “La ricerca su una persona è ammessa soltanto se sono adempiute le condizioni seguenti: -ii) i rischi che può correre la persona non sono sproporzionati in rapporto con i benefici potenziali della ricerca(...) “(...) la ricerca presenta per la persona soltanto un rischio minimo (...) ART.16, 17 CONVENZIONE DI OVIEDO 1997 La sperimentazione è ammessa solo se si intravede un potenziale vantaggio preventivo, diagnostico o terapeutico e se non si compromette lo stato di salute del paziente. DICHIARAZIONE DI HELSINKI 1964 NON SI CONOSCONO GLI EFFETTI COLLATERALI A MEDIO-LUNGO TERMINE ESISTONO TERAPIE EFFICACI
ART.3 DICHIARAZIONE UNIVERSALE SULLA BIOETICA E I DIRITTI UMANI 2005 Limitazioni a questi diritti e libertà possono essere previsti ma devono avvenire “nel rispetto del principio di proporzionalità, possono essere apportate solo laddove siano necessarie e rispondano effettivamente a finalità di interesse generale riconosciute dall'Unione o all'esigenza di proteggere i diritti e le libertà altrui” ART.52 CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA -l'età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 81 anni -la mortalità aumenta in caso di 3 o più patologie preesistenti -al 30/03/2021 solo ò'1,1% dei pazienti di età inferiore a 50 anni è deceduto per COVID (fonti ufficiali: ISTAT, Epicentro ISS, Protezione Civile) DOV'E' L'EMERGENZA?
Non si conosce quanti anticorpi diano protezione dall'infezione. “La dimostrazione della presenza di anticorpi specifici per SARS-CoV-2 è attualmente considerata un marker di esposizione, ma non necessariamente di protezione. Non è, infatti, ancora chiaro quale titolo di anticorpi neutralizzanti sia sufficiente a fornire protezione contro successive infezioni o malattie.” (gruppo di lavoro ISS Bioetica COVID19) Le case farmaceutiche produttrici e il rapporto dell'ISS dichiarano che non si conosce la durata temporale dell'efficacia preventiva del vaccino e che lo stesso vaccino non impedisce nè la contrazione della malattia né la trasmissione del virus. Raccomandano di continuare a seguire scrupolosamente le raccomandazioni delle autorità locali per la salute pubblica. E' stata pubblicata il 13 aprile 2021 a livello aziendale un'informativa del medico competente per noi operatori sanitari che riporta le seguenti indicazioni: “(...)si ricorda che in ogni caso,viste le varianti, le attuali incomplete conoscenze riguardo le coperture vaccinali e l'evoluzione della patologia, anche coloro che fossero vaccinati dovranno continuare a usare i DPI (es. FFP2 più chirurgica) rispettando tutte le procedure atte alla riduzione massima dell'infezione da COVID19all'interno della nostra azienda”. DEMANSIONATI O SENZA RETRIBUZIONE: E' LECITO ? STATUTO DEL LAVORATORE ED. 2020 art. 13 :”Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione (...)” E' vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata( ...)sulle convinzioni personali(...)o di qualsiasi altra natura (…) ART.3,10,21 CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA 2007 ALLA LUCE DI TUTTO CIO' PERCHE' DOBBIAMO ESSERE OBBLIGATI A VACCINARCI?? LIBERTA’ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO VACCINALE IMPOSTO DALLA LEGGE 76/2021 Questo appello è rivolto alla società civile, alle donne e agli uomini consapevoli che la libertà e l’autodeterminazione siano diritti inalienabili, ai rappresentanti politici eletti dal popolo, alle istituzioni della Repubblica, al Presidente della Repubblica Italiana. Siamo Lavoratrici e Lavoratori in ambito sanitario: medici, infermier@, OSS, ausiliar@, autisti, fisioterapist@, psicolog@ e psicoterapeut@, tecnic@, assistenti sociali, farmacist@, veterinar@, volontar@; siamo professionist@ format@ dopo lunghi e faticosi anni di studio, in continua attività di ricerca e aggiornamento, evoluzione culturale e spirituale; quotidianamente dedichiamo la nostra professionalità alle persone che vivono disagio sofferenza fisica e psichica dolore, senza limiti di tempo, senza orario di lavoro definito, senza risparmio di energie, con senso etico, deontologico e con passione. Questo appello è un grido di allarme contro il ricatto a cui siamo sottoposti come operatrici e operatori della sanità, che potrebbe facilmente estendersi ad altre categorie di lavoratrici e lavoratori. La legge 76/2021 impone di sottoporci ad un atto terapeutico, la vaccinazione COVID-19, che sentiamo come una minaccia alla nostra libertà di autodeterminazione: i farmaci utilizzati a presunto scopo vaccinale sono ancora in fase sperimentale e non riteniamo sia il caso che esseri umani siano sottoposti a tale sperimentazione. Mettiamo fortemente in dubbio che la vaccinazione, e in particolare questa vaccinazione, sia un efficace e sicuro metodo di protezione dall’infezione Sars-Cov2. Il vaccino, come avviene già per l’antiinfluenzale, serve solo per evitare, presumibilmente, le complicazioni più gravi della malattia; di conseguenza chi vuole proteggersi, è giusto che possa farlo ma la stessa libertà e possibilità deve essere lasciata a chi non ritiene necessaria tale protezione. Chi si vaccina non è protetto dal rischio d’infezione da virus Sars- Cov2, può dunque ammalarsi e può essere contagioso. Inoltre, le persone vaccinate non sono esentate dalle restrizioni imposte dal governo, quali utilizzo di mascherine e limitazione negli spostamenti. Al contrario, efficaci sono tutte le misure di prevenzione primaria, quali alimentazione sana e corretta, esercizio fisico, giusta alternanza lavoro-riposo, relazioni umane pacifiche e nutrienti. Inoltre, siamo consapevoli, dalla nostra e altrui esperienza clinica quotidiana, che esiste una terapia efficace contro la COVID-19, se somministrata in tempi precoci e con cognizione di causa. Noi professionist@ sanitar@ siamo sottopost@ ad un ricatto da parte della Legge 76/2021 e di conseguenza da parte delle ASL di appartenenza e da parte dei datori di lavoro: chi rifiuta il vaccino verrà demansionat@, sospes@ dall’attività lavorativa e non riceverà regolare stipendio. Noi facciamo la Storia, Noi dobbiamo difendere i Diritti Fondamentali dell’Uomo, faticosamente conquistati, e finché ci saranno sulla terra Persone disposte a rischiare la propria condizione per la Libertà, possiamo ancora definirci Esseri Umani. Grazie! Per ulteriori informazioni ci potete contattare via email: [email protected] Covid, vaccino ai bambini? Il presidente dei pediatri in Germania: “L’immunità di gregge non può essere un criterio. Non possono essere costretti a proteggere gli adulti” Ilfattoquotidiano.it ha intervistato Jörg Dötsch, presidente della Società tedesca di Pediatria e Medicina dell’adolescenza (DGKJ), per analizzare quale sia la strategia vaccinale rivolta ai minorenni in Germania. L'INTERVISTA - Jörg Dötsch: "Nel complesso, il numero di morti in Germania non è motivo di preoccupazione. In tutta la pandemia, 4 bambini e adolescenti sono morti a causa del COVID19. I dati comparati mostrano che 9 bambini sono morti a causa della classica influenza nel 2019. I bambini hanno meno probabilità di essere infettati e meno probabilità di infettare gli altri. Questo è stato dimostrato per le varianti più recenti in diversi paesi" di Peter D'Angelo | 4 LUGLIO 2021 Il Koch institute ha pubblicato un rapporto in cui sconsiglia la vaccinazione nei bambini sani fino a 17 anni di età. La raccomanda, invece, per i bambini con condizioni preesistenti patologiche che sono suscettibili di COVID19. Qual è la sua opinione? Il Robert Koch Institute è sede della Commissione Permanente per le Vaccinazioni (STIKO). Questa commissione è composta da esperti con diversi background medici, inclusi pediatri. Il RKI raccomanda di vaccinare solo i bambini con particolari patologie preesistenti tra i 12 e i 17 anni, e i bambini che vivono con persone adulti fragili, a rischio, che non possono essere vaccinati. Mentre, per i bambini e gli adolescenti sani, che non rientrano in nessuno di questi due gruppi, la decisione di vaccinare dovrebbe essere discussa su base individuale all’interno della famiglia e poi con i pediatri e i medici adolescenti competenti. Lei, come presidente della Società tedesca di Pediatria, cosa raccomanda? Dal punto di vista della Società Tedesca di Pediatria e Medicina dell’adolescenza, consideriamo questo approccio estremamente sensato. Prende in considerazione a) la bassa gravità della malattia dell’infezione da COVID nei bambini (ad esempio un numero comparabilmente basso di morti come nella stagione influenzale 2019) b) l’esperienza ancora mancante per quanto riguarda i potenziali effetti collaterali della vaccinazione su larga scala. La variante Delta infetta anche persone vaccinate, questo significa che l’immunità di gregge è difficile da raggiungere? Più un virus è contagioso, più è difficile in linea di principio raggiungere l’immunità di gregge. Questo spiega, per esempio, perché il 95% di copertura vaccinale è necessario per raggiungere l’immunità di gregge per il morbillo. Per i bambini e gli adolescenti, l’immunità di gregge non dovrebbe essere il criterio per la vaccinazione. Non possono essere costretti a proteggere gli adulti da una malattia che fortunatamente li colpisce solo in modo lieve nella maggior parte dei casi. A causa del suo passato estremamente difficile, la Germania ha obblighi e requisiti molto più severi di molti altri paesi del mondo quando si tratta di minorenni. I bambini sono inclusi nell’immunità di gregge anche se hanno meno probabilità di essere infettati rispetto agli altri? Un altro argomento per non concentrarsi sui bambini è quello dell’immunità di gregge. Mi spiego: i bambini hanno meno probabilità di essere infettati e meno probabilità di infettare gli altri. Questo è stato dimostrato per le varianti più recenti in diversi paesi. Nel complesso, il gruppo di bambini e adolescenti di cui si parla è anche molto piccolo rispetto al gran numero di adulti che non sono ancora stati vaccinati. Pertanto, il primo obiettivo deve essere la copertura completa – con 2 dosi di vaccino – di tutta la popolazione adulta. La FDA (l’ente regolatore sui medicinali negli Usa) ha riconosciuto ufficialmente le rare miocarditi associate al vaccino e ha aggiornato il foglio informativo dei vaccini includendo informazioni su miocardite e pericardite. Cosa ne pensa? Siamo a conoscenza dei rapporti di un aumento dei casi di miocardite e pericardite tra i bambini e gli adolescenti vaccinati. Per quanto ne sappiamo, queste malattie sono di solito lievi e scompaiono completamente. È corretto che questa informazione sui rischi sia inclusa nell’informativa dei vaccini per i bambini e gli adolescenti che vogliono essere vaccinati. Invece, quanti casi di miocardite dovuta a COVID19 nella fascia 12-15 anni, ci sono stati in Germania? I numeri in questa fascia d’età sono preoccupanti in termini di decessi registrati? Sono dati molto specifici. Non siamo a conoscenza di cifre per la miocardite causata dalla sola infezione da COVID19 in Germania per l’età di 12-15 anni. Sappiamo che nel contesto della cosiddetta sindrome PIMS (infiammazione multisistemica pediatrica temporalmente correlata a SARS-CoV-2), il coinvolgimento del cuore può verificarsi, di solito sotto forma di cambiamenti nei vasi coronari o aritmie cardiache. Nel complesso, il numero di morti in Germania non è motivo di preoccupazione. In tutta la pandemia, 4 bambini e adolescenti sono morti a causa del COVID19. I dati comparati mostrano che 9 bambini sono morti a causa della classica influenza nel 2019. Complessivamente, quindi, quali altri i rischi ci sono per i bambini quando si infettano con Sars-CoV-2? Oltre ai rari decessi già menzionati, le cifre dei ricoveri sono anche significativamente inferiori a quelli dell’ondata di influenza stagionale. Anche il numero di casi di PIMS con 1:1000 a 1:5000 da considerare raro e ben trattabile. Altri rischi vanno valutati per i bambini infettati da COVID19 nei casi in cui vi siano preesistenti gravi malattie multiple. In secondo luogo, la comparsa della cosiddetta sindrome PIMS, che finora ha colpito quasi 400 bambini e adolescenti in Germania durante l’intera pandemia e che ora può essere trattata molto bene con farmaci come le immunoglobuline e farmaci simili al cortisolo. La vaccinazione può influenzare la comparsa/selezione indiretta di varianti virali? A questa domanda può rispondere in modo più appropriato un immunologo. In definitiva, naturalmente, l’eliminazione più veloce possibile del virus è la migliore protezione possibile contro la selezione indiretta delle varianti del virus. Allo stesso tempo, è sempre necessario soppesare individualmente il rischio personale e, come già spiegato sopra, nel gruppo di bambini e giovani bisognosi di protezione, il bene comune da solo non può essere posto al di sopra del bene individuale di un bambino o giovane che ci viene affidato. CUB SANITÀ LANCIA LA CAMPAGNA “HO ADOTTATO UN OPERATORE SANITARIO SOSPESO” Come incessantemente ribadito, la CUB Sanità non entra nel merito delle ragioni che conducono alla scelta se aderire o meno alla campagna di Vaccinazione Covid-19, come pure non è contraria allo strumento delle vaccinazione in sé (come dimostrato dal fatto che, a livello nazionale, ha aderito alla campagna “no-profit on pandemics” per la sospensione dei brevetti sui vaccini per far si che anche le popolazioni dei paesi più poveri abbiano la possibilità di farvi ricorso). Al contrario, però, CUB Sanità Liguria afferma categoricamente che i principi di autodeterminazione e di libertà di scelta terapeutica sono inalienabili, al pari della salute e del lavoro, ritenendo che tutti questi principi vadano difesi contemporaneamente e costantemente: salute, lavoro, autodeterminazione e libertà non sono barattabili l’un l’altro. E’ partendo da questa premessa che la CUB si schiera inequivocabilmente contro la legge 76/2021 (ex DL44), che intrinsecamente viola questi principi, poiché ufficializza un ricatto nei confronti degli operatori sanitari i quali dovrebbero: o rinunciare al diritto di scegliere come tutelare la propria salute o rinunciare al diritto di poter sfamare la propria famiglia. Tale atteggiamento autoritario, che viola di fatto anche i codici deontologici in ambito sanitario e scientifico, ha trovato una forte resistenza nei lavoratori, che hanno quindi deciso di organizzarsi nel nostro sindacato e di avviare una campagna di resistenza alle sospensioni. Tra le iniziative già svolte e quelle in programma, volte a sostenere concretamente la lotta degli operatori sanitari, oggi viene lanciata la Campagna “Ho adottato un operatore sanitario sospeso”: si tratta di una cassa di resistenza, fondata sul concetto di mutuo aiuto, che si pone l’obiettivo di raccogliere fondi da distribuire agli operatori sanitari in difficoltà economiche, affinché non siano per questo costretti a cedere ad un ricatto ingiustificabile. La campagna verrà promossa attraverso banchetti informativi che verranno attivati nei diversi paesi della provincia, durante i quali verrà chiesto alla cittadinanza di aderire con un contributo mensile fino al termine delle sospensioni, elargibile sia in contanti sia tramite bonifico sul conto corrente intestato a: CUB Sanità di Genova e Provincia - Via di Sottoripa 1a/54 IBAN: IT59Y 0333231 95000 0002012156. I lavoratori organizzati nella Cub Sanità fanno quindi appello sia ai lavoratori delle altre categorie sia all’utenza, affinché questa lotta per la democrazia veda i lavoratori ed i cittadini uniti, nella consapevolezza che tale ricatto non può essere letto limitatamente alla questione sanitaria quanto piuttosto come “un banco di prova”, un anticipo delle modalità repressive ed impositive che governo e padroni utilizzeranno nei confronti delle crescenti lotte dei lavoratori, inevitabili nel momento in cui verrà dichiarata la fine dell’emergenza e, con essa, lo sblocco dei licenziamenti. Sede: 010.8592074 – Eraldo 348.6039079 – Gian Luca 388.4018100 PASSA DALLA TUA PARTE, ORGANIZZATI CON LA CUB. CUB SANITA’ GENOVA |
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