di Stefano Gandus, medico pediatra omeopata Quanti virus si sono finora eradicati con vaccinazioni universali? Solo quello del vaiolo, e tra l’altro con una combinazione di vaccinazione universale seguita da vaccinazioni mirate ai possibili contatti degli individui ammalati, facilmente identificabili per le caratteristiche cliniche del vaiolo. Identificazione impossibile per il Sars-Cov-2, vista l’alta percentuale di infezioni asintomatiche e di malattia con sintomi non specifici. Morbillo e poliomielite hanno sintomi specifici; eppure, nemmeno questi due virus sono stati eradicati, nonostante siano oggetto di programmi globali di eradicazione che vanno avanti da decenni, la vaccinazione sia gia diffusa a gran parte della popolazione mondiale, non ci siano problemi di produzione di vaccino, l’unico ospite sia l’uomo. Anzi, il morbillo sta aumentando a livelli preoccupanti, con oltre 200.000 morti nel 2019 e probabilmente di piu nel 2020, visti i rallentamenti nei programmi di vaccinazioni causati dalla Covid-19. Come potremmo pensare di eradicare il Sars-CoV-2, dopo essere partiti da pochi mesi con vaccinazioni, solo in paesi ad alto reddito, con miliardi di persone al mondo senza prospettive di vaccinazione nei prossimi anni e da cui non sarebbe realistico potersi isolare, con serbatoi anche animali (pipistrelli, pangolini, zibetti, visoni… per non parlare di allevamenti intensivi/dell’uso di gabbie, e persino di cani e gatti!) Gli stili di vita salutari Riducono le malattie croniche (sottese anche a Covid-19 gravi) e rafforzano lo stato di salute e le connesse difese immunitarie,mentre un modello culturale, economico e sociale non basato sulla crescita economica fine a se stessa ma che punti a sostenibilità, equità e benessere promuove la sostenibilità ambientale ed ecologica. Si segnala che i pazienti italiani deceduti fino al 30-3-21 positivi a Sars-CoV-2 (età mediana 83 anni: 86 per le donne, 80 per i maschi) avevano un numero medio di 3,6 patologie (in ordine decrescente di frequenza ipertensione, diabete di tipo 2, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, demenza, insufficienza renale cronica, BPCO, cancro attivo, scompenso cardiaco… tutte condizioni in ampia misura prevenibili con miglioramento degli stili di vita e delle condizioni ambientali. Si aggiunga che ad es. un ampio studio retrospettivo qui ha mostrato che nei 2 anni precedenti una Covid-19 l’inattività fisica, vs il raggiungimento della soglia settimanale raccomandata, si associa a rischio doppio di ricovero e ingresso in terapia intensiva, e più che doppio di morte, con peso comparativo maggiore di ogni altro fattore di rischio o patologia). Solo il 3% dei deceduti non aveva patologie croniche, mentre oltre i due terzi ne avevano 3 o più (media generale nei deceduti: 3,8 patologie croniche nelle donne, 3,5 nei maschi). Anche i vaccini sono indubbiamente importanti per parte della popolazione, ma inseguire le varianti di questo virus e nuove epidemie con vaccini sempre nuovi potrebbe non essere la strategia più efficace ed efficiente, come non sembra realistico puntare su una vaccinazione e continue rivaccinazione universali, per quanto discusso altrove in questo documento. Le Cure Tra le cure semplici ed economiche potenzialmente efficaci, che andrebbero valutate con urgenza in appropriati RCT, segnaliamo l’adenosina, l’esperidina, l’ivermectina, (per altro recente oggetto di una rigorosa revisione sistematica di RCT che ne mostra l’efficacia preventiva e curativa, ASA a dosi antipiastriniche (~80 mg/die), l’N Acetilcisteina, che per altro aveva già dimostrato in modo convincente l’utilità verso sindromi influenzali. La Rete Sostenibilità e Salute ha anche chiesto di valutare con urgenza con una ricerca randomizzata controllata la contestabile utilità di pratiche quasi generalizzate come la somministrazione di paracetamolo alla comparsa della febbre, con il rischio sia di ostacolare tale potente strumento di difesa evolutiva nei confronti delle infezioni respiratorie, sia di consumare le riserve antiossidanti di glutatione. Il dibattito Va riconosciuta la legittimità e riacquisita l’agibilità di un dibattito scientifico pubblico, che non faccia perno su un elemento unico come la vaccinazione universale, ma su almeno cinque caposaldi: 1) prevenzione primaria ambientale (no a deforestazioni, a perdita di biodiversità; no ad allevamenti intensivi, a politiche energetiche basate sui combustibili fossili, ecc.); 2) prevenzione primaria individuale evidence-based incentrata su sani stili di vita (attività fisica, no al fumo, alimentazione salutare https://fondazioneallinearesanitaesalute.org/2020/10/provvedimenti-alla-portata-di-chiunque-per-potenziare-la-salute/, in grado di ridurre i rischi specifici di Covid-19 e tutte le patologie croniche associate alla sua maggiore gravita); oltre che su misure di contenimento evidence-based; 3) profilassi vaccinale focalizzata su soggetti a rischio (per eta, patologia, alta esposizione professionale), e da mettere invece in discussione per soggetti a basso rischio (salvo per chi, correttamente informato, consapevolmente la scelga), respingendo in ogni caso qualunque obbligo; 4) contrasto a cure sbagliate e iatrogene: mascherine imposte dove non necessario, e soprattutto agli infetti (salvo durante loro indispensabili interazioni con i caregiver), costretti dalla reinalazione ad aumentare a dismisura la propria carica virale; qui qui paracetamolo (da evitare sempre) e antinfiammatori (da evitare almeno nelle fasi viremiche); inibitori della pompa protonica; ipocolesterolemizzanti salvo in prevenzione secondaria CV, e comunque con moderazione (il colesterolo LDL si associa a riduzione di gravita e mortalità per malattie infettive e di mortalità totale negli anziani); 5) promozione di cure appropriate, a partire da quelle domiciliari, che si mostrano evidence-based, sicure e sostenibili. Benché i vaccini siano stati prodotti con tecniche profondamente innovative, gli studi di tossicità generale e riproduttiva sono stati condotti solo su ratti, e non sono stati realizzati quelli su genotossicità e cancerogenicità. La riduzione della Covid-19 c’è, ma l’efficacia protettiva dei vaccini può essere inferiore a quanto dichiarato, per alcuni motivi qui accennati. Indagini meta-epidemiologiche hanno mostrato esagerazioni medie dell’efficacia rilevata in studi clinici in presenza di: - sponsor commerciali (sponsorship bias): le probabilità medie di conclusioni a favore dell’efficacia di prodotti dello sponsor sono +34% (oltre a un non significativo +37% a favore della loro sicurezza); - inadeguato o poco chiaro mascheramento delle liste di randomizzazione e/o doppio cieco assente o poco chiaro (specie per esiti soggettivi o misti, cioè in parte discrezionali), che si associano a un’importante esagerazione dell’efficacia; - interruzione precoce rispetto al protocollo (con una sovrastima molto grande dell’efficacia rilevata se il RCT ha registrato meno di 200 eventi, come in effetti e il caso di questi RCT; ma la sovrastima e significativa anche se il RCT ha registrato più di 500 eventi); ricercatori principali (il 1° e l’ultimo) in relazioni finanziarie con i produttori/sponsor: in tal caso vi è un OR 3,37 di riportare esiti favorevoli per lo sponsor, anche in modo indipendente dallo sponsorship bias. I RCT sui vaccini Pfizer e Moderna hanno tutte queste caratteristiche, in gran parte condivise anche da quello sul vaccino Astra Zeneca, che per altro presenta più problemi metodologici e nella conduzione. Inoltre, si ribadisce che i dati dei RCT su cui discutono le autorita regolatorie e la comunità scientifica sono forniti dall’industria. Quelli grezzi completi saranno consultabili tra molto tempo, nonostante le richieste di ricercatori indipendenti, che hanno anche sollevato importanti critiche metodologiche. Il Comitato di aggiudicazione dei casi di Covid-19 per il vaccino Pfizer includeva solo dipendenti Pfizer.
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