[di Lacramioara Bran, del Collettivo Salute Consapevole Genova] IL NASO Una delle parti più caratteristiche del corpo umano è il naso. Alla francese, alla romana, a bozzolo o a patata, il naso ci contraddistingue da sempre. Oggetto di ammirazione in alcuni casi o di stupore e comicità in altri, in mezzo all’attenzione dell’estetica e dell’educazione dei nostri figli, il naso è comunque per la maggior parte di noi un grande mistero e un oggetto di studio affascinante per gli scienziati di tutto il mondo. “Al mondo succedono le cose più inverosimili”, Gogol Nella sua geniale opera “Il Naso”, Gogol racconta ciò che oggigiorno metaforicamente sta succedendo: “è la storia di un naso che un giorno si stacca dal viso del suo proprietario, l’assessore di collegio Kovalev. Egli si accorge di esserne privo mentre si guarda allo specchio. L’uomo, privo dell’organo olfattivo, teme di avere conseguenze nelle relazioni sociali e di lavoro. Mentre lui si dibatte in questi dubbi, il suo naso se ne va in giro per la città credendo di essere un consigliere di Stato. Kovalev tenta in ogni modo di recuperare il naso, ma non ci riesce ed è ovviamente disperato per questo. Poi, un giorno, gli viene restituito proprio dalla guardia che lo ha arrestato mentre tentava di lasciare il suo paese. Una volta riottenuto il naso, l’uomo tenta in vari modi di rimetterlo al suo posto ma invano. Ma proprio quando sta per demordere, ecco che il naso torna da solo dove è sempre stato. Naturalmente l’episodio accaduto all’assessore di collegio Kovalev suscita ilarità e curiosità da parte degli abitanti del paese; essi accorrono subito a vedere il naso nei luoghi in cui viene segnalata la sua presenza.” Una novella dell’assurdo che si avvera nella nostra società attuale, “un vero e proprio trattato psicologico che parla del delicato tema della follia umana e della sua possibilità di redenzione.” Il senso dell’olfatto è anticamente correlato al nostro subconscio, al senso di sicurezza, di appartenenza, di stabilità, di sicurezza ed equilibrio, con i vissuti emozionali e con i ricordi della nostra infanzia, così come alle nostre paure e istinti primari. Trovarsi “mutilati” a questo livello ha un significato profondo, di perdita totale e di alienazione. Recuperare l’equilibrio perso attraverso un’autorità esterna, così come il personaggio di Gogol, non aiuta. La stabilità si reinstalla da sola, al risveglio (simbolico) del personaggio, con il naso a suo posto, che stupitamene nota la sua presenza come se niente fosse mai stato, senonché la sua propria consapevolezza di averlo. https://cultura.biografieonline.it/il-naso-gogol-riassunto/ La “corsia” preferenziale ed antica dell’olfatto Come tratto caratteristico della fisionomia umana, come organo di senso pienamente responsabile dell’olfatto, il naso è una struttura non per caso a forma piramidale, molto complessa, che inizia a svilupparsi dalla quarta settimana di gestazione, quindi molto presto, e che inizialmente è un tutt'uno con la bocca; poi, con l'avanzare della gravidanza, naso e bocca si separano, distinguendosi l'uno dall'altra fino ad assumere l'aspetto finale, circa alla 10a settimana di vita intrauterina. Ma la caratteristica più spettacolare del naso è il suo legame con il cervello. Mentre per tutti gli altri sensi (il tatto, la vista, il gusto e l’udito) esistono delle vie neuronali che li portano alla corteccia passando sempre dal talamo (il portale che apre la via al cervello e al nostro essere), per l’olfatto non è così. Sentire il profumo inebriante di un campo fiorito, prima che diventiamo coscienti di ciò, il nostro corpo risponde già con un’emozione, con uno stato non consapevole, un qualcosa che non riguarda la nostra cognizione e rappresentazione mentale. Questo succede perché gli impulsi elettrici trasmessi dagli recettori olfattivi hanno un collegamento privilegiato ed antico con il cervello, che permette loro di avere un accesso diretto al sistema nervoso centrale. L'odore non viene "filtrato" dal talamo, viene inviato direttamente alla corteccia olfattiva che fa parte delle strutture del sistema limbico, insieme all'amigdala (coinvolta nella risposta emotiva, nelle secrezioni ormonali e nella memoria), all’ippocampo (collegato alla memoria a lungo termine) e altro. Se il talamo rappresenta la modernità, le vie nervose dell'olfatto ci portano indietro nel tempo, per dare uno sguardo ad una struttura nervosa ancestrale. L'olfatto è forse il senso che più si connette ai centri limbici, la porzione istintuale del cervello: un ideale collegamento con il passato di decine di migliaia di anni fa, quando la sopravvivenza nelle distese della savana o nelle terre fredde del nord Europa dipendeva da decisioni prese sul momento di “attacca o fuggi”. https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso https://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/naso.html “Non sento più gli odori!!!” Fino agli anni ’60 si sosteneva che i neuroni sono cellule che non si rigenerano e che non possono essere replicati in vivo. Ma tra i miliardi di cellule del sistema nervoso, i neuroni che portano al cervello le informazioni odorose, non solo che non hanno bisogno di altri neuroni specializzati per trasmettere l’informazione, ma sono gli unici che si rigenerano totalmente in poco più di un mese e di quale si è ottenuta la replicazione! Quindi una perdita dell’olfatto di alcuni giorni durante le influenze (anosmia transitoria), non può essere attribuita alla trasmissione neuronale, ma a qualcosa che avviene a monte, cioè a livello dell’epitelio nasale. Secondo alcuni studi, la perdita dell'olfatto e/o del gusto è tra i sintomi più comuni e persistenti di COVID-19 nei pazienti con malattia lievemente sintomatica. Tuttavia, a circa quattro settimane dall'esordio, la maggior parte dei pazienti ha riportato una completa risoluzione o miglioramento di questi sintomi. L’alterazione dell’epitelio olfattivo, come il gonfiore o l’infiammazione, potrebbe spiegare la perdita dell’odore in questi casi. Quando la mucosa si sgonfia, gradualmente ritorna l’olfatto, altrimenti, se i tempi sono più lunghi nella ripresa, gli ultimi studi suggeriscono come linea guida principale la terapia cortisonica e/o la riabilitazione olfattiva attraverso la stimolazione dell’olfatto cono odori intensi e specifici. https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2767781?appId=scweb https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/fullarticle/2767779 Il muco: cosa c’è dentro? Il corpo umano produce muco ogni giorno e la sua presenza non è necessariamente un segno di malattia. Il muco è una sostanza che riveste e protegge qualsiasi membrana mucosa del corpo (nasale, buccale, faringea, polmonare, gastrica, intestinale, ecc.) e aiuta a proteggerla dalle infezioni. Il muco è generalmente costituito da circa il 95% di acqua e dal restante 5% di polimeri che gli conferiscono una viscosità simile al gel. La viscosità del muco è dinamica, essendo influenzata da vari fattori legati al corpo o ai materiali che attraversano la cavità e dal cambiamento delle stagioni e del clima. La produzione di muco nelle vie aeree è un normale processo fisiologico. Senza di esso, le vie aeree diventerebbero secche e non funzionerebbero più correttamente. Ma a volte il muco viene prodotto in eccesso e la sua composizione cambia. Il microbiota della cavità nasale è un complesso sistema di protezione che contiene naturalmente anche alcune sostanze con azione antimicrobica. Oltre ad essere nel nostro naso, batteri, funghi e virus, normalmente presenti in proporzioni variabili e che nemmeno immaginiamo di averli, alcuni di questi hanno meravigliose funzioni di protezione e cura. Tra questi ricordiamo il Lacticaseibacillus, affine al genere lactobacilli e una scoperta molto recente, lo Staphyloccoccus lugdunensis, conosciuto come lugdunina. Questi batteri mostrano effetti non solo antiinfiammatori e antimicrobici contro i patogeni, ma anche effetti immunomodulatori e si sono adattati a vivere nell’ambiente del naso. La loro presenza si è rivelata una potenziale manna per tutti quei pazienti che vanno incontro ad operazioni chirurgiche e che rimangono in ospedale per lunghi ricoveri o per persone con difese immunitarie pesantemente abbassate. https://www.cell.com/cell-reports/fulltext/S2211-1247(20)30627-6 https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso Cosa dicono gli altri? Quando si tratta del nostro corpo, della nostra salute o di malattia, siamo abituati ad abbandonarci quasi totalmente alla scienza e in particolare alla medicina convenzionale, scientifica e moderna. Oggigiorno questo approccio solamente scientifico è ben lontano da ciò che potrebbe riportare l’uomo all’equilibrio e ad armonizzarlo con l’ambiente che lo circonda. Basta leggere bene per esempio i foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci o i consensi informati che precedono un qualunque intervento medico, per capire quanto può essere fragile il rapporto rischio beneficio nelle nostre scelte. Tuttavia, l’arte di guarire è un campo molto più vasto della medicina convenzionale. Forme di cura antiche e nuove si ritrovano nelle varie medicine che negli anni si sono sviluppate e messe all’aiuto dell’uomo. E nonostante i differenti nomi e i diversi modi usati per descriverle, tutte hanno un unico scopo e intenzione: quello di aiutare l’essere umano a recuperare l’equilibrio psicofisico e a vivere in armonia con l’universo. Tra le più conosciute e nominate, con quattromila anni di storia, l’Ayurveda è una delle medicine più antiche ma nello stesso tempo capace di adeguarsi al mutare dei tempi e a trovare applicazioni attuali. Dal punto di vista della medicina tradizionale ayurvedica, il muco è l'espressione fisica del fattore fondamentale di salute e malattia chiamato Kapha Dosha. Esso governa l’acqua dell’organismo e i liquidi che permettono la lubrificazione delle articolazioni; le emozioni a cui da origine sono l’attaccamento e l’avidità, ma anche il perdono e l’amore. In uno stato di equilibrio, questo dosha assicura l'unità strutturale del corpo dell'essere umano, aiutando sia a costruire e ripristinare i tessuti, sia a mantenerne l'integrità e la lubrificazione. Il luogo di accumulo più "amato" per il muco, l'area di accumulo preferita di Kapha Dosha, è l'area del torace (polmoni, bronchi) e dello stomaco. Quando troppo muco si accumula nei polmoni e nei bronchi, da un lato viene spinto, dai movimenti delle ciglia presenti nell'epitelio respiratorio, lungo le strutture anatomiche per poter essere eliminato naturalmente attraverso le prime vie respiratorie - laringe, faringe, naso, e d'altra parte appare la tosse, che ha lo stesso obiettivo. Molto spesso le mamme con bambini piccoli pensano che il piccolo abbia preso un raffreddore quando notano la comparsa di una secrezione di muco nasale, ma in realtà non è altro che lo sforzo del corpo per liberarsi del muco accumulato in eccesso. Quando il corpo cerca di liberarsi dell'ipersecrezione di muco bronchiale, si verificano tosse e rinorrea. Alla comparsa di tali sintomi, l'essere umano, per paura della malattia e non conoscendo i meccanismi di autoregolazione del corpo, reagisce secondo il solito scenario: rinorrea – uso di gocce intra nasali volte ad asciugare la mucosa nasale mediante meccanismi biochimici, tosse – uso vari anti tossivi e/o forse anche antibiotici. La reazione dell'essere umano porta ad un impedimento dell'organismo, ancora sano, per liberarsi del muco in eccesso. Di conseguenza, il processo di pulizia naturale del corpo è inibito dalla somministrazione di farmaci che non aiutano questo processo e lo strato di secrezioni mucose diventa ancora più spesso. Fino a un certo punto, il muco rimane trasparente, ma se si è accumulato troppo, può sovra infettarsi con i batteri dell'aria respirata, assumendo sfumature di giallo, verde o marrone. L'accumulo di Kapha Dosha nel corpo si può avvertire non solo come eccesso di muco a livello bronchiale o gastrico, ma anche sotto forma di sensazione di pesantezza corporea o solo alla testa, perdita di appetito, pallore cutanea, sonno eccessivo, perdita o accumulo di peso, respirazione affannata, disturbi della memoria, diminuzione della temperatura corporea, articolazioni indebolite. La medicina tibetana raggruppa molti aspetti comuni ad altri sistemi di cura occupandosene dei tre aspetti principali dell’essere: somatico, energetico e spirituale. Secondo questa medicina ci sono cinque elementi universali (terra, acqua, fuoco, aria ed etere) e tre umori che influenzano lo stato di salute: il muco, la bile e l’aria. Anche qui il muco (formato da terra e acqua) regola tutti i liquidi organici, la mobilità delle articolazioni, la coesione dell’organismo intero, la capacità di distinguere i sapori. Si collega al fegato e alla milza (elemento terra) e ai reni e alla vescica (elemento acqua). Secondo questa medicina la malattia data dallo squilibro della flemma nel corpo è una forma di ignoranza, una specie di nube che impedisce di riconoscere la realtà dell’essere. Quando questo umore viene squilibrato, o è in eccesso o si sposta, l’essere si ammala. Se il muco, che si forma abitualmente al centro del corpo, si sposta verso la parte superiore e la testa, allora compare lo squilibrio. Un eccesso di muco impuro, in grado cioè di alterare l'equilibrio armonico dei quattro umori presenti nell'organismo, e ritenuto responsabile delle malattie croniche, in particolare di quelle catarrali. Alcuni rimedi prescritti per curare un eccesso di flemma consistono in una modifica del contesto ambientale e soprattutto dell'alimentazione, introducendo cibi caldi e secchi che riequilibrano l'umore freddo e umido. E come metodi di cura più specifici ricordiamo il moxibustione tibetana, che usa il calore emanato da una pianta (l’artemisia), indirizzato in alcuni punti specifici, la fitoterapia con delle piante delle alture tibetane, come terapie interne, visto che il sistema di medicina tibetano promuove sia le terapie indirizzate al corpo (terapie interne) che quelle indirizzate allo spirito (terapie esterne). Nella tradizione yogica l’olfatto con il suo organo di senso il naso, sono correlati con il primo chakra (centro energetico sottile, centro di forza) Muladhara, le cui funzioni comprendono l'istinto di sopravvivenza e le tendenze primarie, essendo in qualche modo correlate con la sfera del subconscio. Esiste dunque una connessione tra questo sottile centro di forza, il naso e il sistema limbico, che è considerato la parte più primitiva del cervello e svolge un ruolo fondamentale nei nostri impulsi e tendenze inconsci, come la reazione “lotta o corri!”. Nei vari rami dello yoga ci sono esercizi e metodi specifici per equilibrare ed armonizzare la funzionalità di questo organo di senso, alcuni molto accessibili e che non necessitano un percorso, altri riservati a coloro che approfondiscono la pratica yoga e i suoi misteri. Il sistema tradizionale Hatha Yoga contiene principalmente gli asana (posture corporee specifiche) e il Pranayama, che hanno tra i molti effetti benefici sul corpo, il far fluire la linfa e la sua purificazione, la stimolazione dei linfonodi e del sistema immunitario. Ma gli effetti più sottili della pratica yoga indirizzata al primo chakra Muladhara sono correlati con la via corticale dell’olfatto, che è una via semplice e diretta, ancorandosi nel nostro sistema emotivo, istintuale e di sopravvivenza, effetti che si possono notare anche con le prime posture più semplici e fino alle pratiche avanzate di Pranayama. Lo stato di rigenerazione e vitalità è anche esso correlato al primo chakra, Muladhara, e quindi all’olfatto. Perturbare la percezione olfattiva vuol dire in qualche modo destabilizzare l’intero organismo, le sue basi, la sua stabilità e il suo vigore. Sempre nella tradizione yogica, oltre al Pranayama (o la dinamica esoterica del respiro) che ci insegna a pulire i canali energetici del nostro corpo, esistono anche altri metodi di equilibrio e controllo sui chakra e sulla respirazione (come alcuni bandha, mudra e kriya) che portano equilibrio e armonia nel corpo umano. Le altre medicine che possono essere ricordate sono tante: la medicina tradizionale cinese famosa per l’agopuntura, la medicina termale, le medicine complementari alternative come aromaterapia e fitoterapia, le medicine manuali come la riflessologia, le medicine mentali come la bioenergetica e la meditazione, le medicine che usano l’energia come il Reiki. Insomma, necessita sempre di più accettare che quando si parla di medicina, nonostante la prevalenza della medicina convenzionale, il nostro pensiero e il nostro agire può abbracciare una gamma molto più vasta di cure, guardando oltre le limitazioni di un sistema occidentalizzato e portato alla norma, verso un sistema più complesso di cura della vita e della salute, e non soltanto che cura le malattie. La cura del naso, come si fa? A parte il lavaggio nasale in situazioni patologiche, nell’occidente non è molto diffusa la cura del naso, come se fosse implicita alla igiene quotidiana, ma senza entrare nello specifico. Ultimamente però ci sono sempre più indicazioni ai lavaggi nasali, correlati alle stagioni freddi o ad alcune patologie. Spray, istillazioni o addirittura docce nasali, con varie sostanze dall’acqua salina a delle sostanze miste, tra naturale e sintetico, sono solo alcuni metodi. Ma la parte meno conosciuta è che queste indicazioni e cure apparentemente recenti hanno l’origine nelle tecniche antiche del Kriya Yoga, dell’Ayurveda e alcune tecniche della medicina tibetana. Il metodo Jala Neti arriva nell’occidente insieme a tante pratiche yogiche e tantriche. È un metodo facile, non costoso e non invasivo nella sua forma base (perché esistono circa sette modalità, alcune più complesse) che andiamo a scoprire. Descriveremo qui la pulizia del naso con la tecnica di JALA-NETI, con l’utilizzo di un vaso speciale per eseguire l'esercizio, il NETI-POT, facilmente acquistabile nei negozi di prodotti naturali.
L’ossigeno e l’ozonoterapia: si applica tramite l’insufflazione nasale, sfrutta le proprietà biochimiche dell'ossigeno e dell’ozono; le sue azioni in campo medico sono di tipo antinfiammatorio, battericida, fungicida e virustatico. Necessita il più delle volte la cura specialistica, a parte i prodotti pronti per fai da te. Il bagno turco: l’alternanza caldo e freddo è come una ginnastica vascolare, che migliora la circolazione sanguigna, per effetto di una vasodilatazione diffusa. Il calore si espande e attraversa i vasi sanguigni, attenuando l’infiammazione della mucosa e le sensazioni di dolore. Il bagno turco porta reale beneficio in tutte le persone con malattie ricorrenti delle alte vie respiratorie decongestionando le mucose e facilitando l’espulsione del muco in eccesso. Suffumigi e inalazioni: l’azione di queste cure è di detersione e di stimolo sulla mucosa delle prime vie aeree (naso, faringe e laringe), le stesse vie che ricevono il massimo danno dall’inalazione della polvere e dello smog ambientale. L’impiego delle piante al posto degli oli essenziali puri, che solitamente sono aggiunti a gocce all’acqua calda, permette un approccio più dolce, ma ugualmente efficace. Evita fenomeni irritativi agli occhi o reazioni indesiderate o gravi per le persone più sensibili. È sicuramente sia adatto ai bambini che alle persone anziane. Il Pranayama: La respirazione è il punto di legame tra il corpo e la mente e questi tre elementi si influenzano reciprocamente. Tutti abbiamo osservato, ad esempio, l’impatto di alcune emozioni sulla respirazione. Alcuni ricercatori hanno scoperto per la prima volta che il ritmo della respirazione crea una specifica attività elettrica nel cervello dell'essere umano, che sostiene il pensiero emotivo e il ricordo. Questi effetti comportamentali dipendono in modo molto chiaro dal fatto che l’inspiro e l’espiro, il respiro in generale, avviene attraverso la bocca o il naso. Quando il nostro respiro diventa ostruito, perdiamo il contatto con ciò che sta accadendo nel momento presente, il corpo può diventare teso e la mente agitata. Le tecniche di Pranayama, dalle più semplici alle più complesse, la respirazione controllata con tecniche specifiche – da imparare con una guida - aiutano enormemente per eliminare queste perturbazioni. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2020.00467/full?fbclid=IwAR2allcj2VGdPACVLzaCZF-TaOas9YOpTH_jz6pr9DFbYothK7wwkWUjYc0 Il naso, i polmoni e l’intestino, quale legame? Nella medicina naturale esiste un'espressione comune: "la morte viene dall'intestino". Ed è letteralmente così. Se conoscessimo e applicassimo le regole della pulizia intestinale, vivremmo a lungo e saremmo molto più sani. Più la persona è anziana, più residui ha accumulato nell’intestino, questo perché non lo puliamo, non lo laviamo, né durante l'infanzia e né in seguito. Il mito comune secondo cui se facessi frequenti clisteri o purghe, potresti "lavare" la microflora intestinale. Ma di quale microflora parliamo? Quello che sta succedendo nell'intestino è qualcosa di terribile. La microflora marcia verrà pulita e rimarrà quella buona, che potrà anche essere ripristinata con un'adeguata nutrizione favorevole a questa microflora benefica. Il cibo è una grande benedizione, ma ora è diventato anche un grande male. Il male è il cibo "pubblico", che viene venduto negli spazi di ristorazione pubblica - mense, asili, ospedali, esercito, ecc. Questo è un cibo criminale per la salute. Per questo motivo spesso ci ammaliamo e non a causa del freddo, ma perché ci nutriamo di cibo distruttivo, dal quale accumuliamo troppi residui. È importante quindi pulire l'intestino nel miglior modo possibile. I residui intestinali includono oltre ai resti fecali, anche muco marcio e semi-marcio, che contiene parassiti vivi e morti. Inoltre, alcuni nutrienti devono passare attraverso la parete intestinale. Come passeranno se c'è uno strato di sporco sulle pareti del colon? Non passeranno affatto. A causa di ciò, la motilità intestinale soffre, il che porta anche a problemi di stitichezza. In generale, il problema della stitichezza è una conseguenza di una dieta inadeguata, di cibi morti. Il cibo malsano e scorretto è in primis un cibo molto trattato termicamente, il cibo prefabbricato. È vero che in inverno è più difficile mangiare solo prodotti vivi, crudi e bisogna aggiungere dei cibi lavorati, ma in estate è abbastanza semplice per tutti seguire questo regime, tranne gli abitanti dell'estremo nord, per ragioni ben note a tutti. Nella tradizione yogica e ayurvedica è molto conosciuta e praticata una tecnica con il nome Shank Prakshalana - la pulizia dell’intestino con acqua salata secondo una ricetta speciale, che viene guidata nell’intestino attraverso dei movimenti specifici del corpo, seguita poi da un menù di ripristino della flora microbica benefica dell’intestino. Il difficile nome di Shank Prakshalana significa “lavaggio della conchiglia” (shank, conchiglia, probabilmente rimanda alla forma attorcigliata dell’intestino oppure al fatto che l’acqua scorre nel corpo come in una conchiglia) e costituisce una pulizia dell’intero circuito digestivo con acqua calda e salata, ma data la complessità della tecnica non la esponiamo in questa sede. Esistono anche altre modalità per la pulizia dell’intestino, e per il mantenimento dell’equilibrio microbiotico, che si possono seguire senza medicalizzare per forza questi processi, ma in maniera naturale. Una volta l’intestino pulito si riprende l’alimentazione secondo alcune indicazioni precise che aiutano a ripristinare la mucosa intestinale e la sua flora microbica. Il ripristino ed il mantenimento dell’equilibrio del nostro microbiota diventano quindi essenziali. Il nostro intestino dialoga continuamente con i polmoni. La “conversazione” avviene tra batteri e cellule immunitarie sia nel polmone che nell’intestino. A differenza di quanto si riteneva in passato, i polmoni non sono organi sterili, ma ospitano un loro microbiota e sono influenzati da segnali microbici provenienti da siti distali del corpo, come l’intestino. Una problematica o un’infezione delle vie aeree significa quasi sempre intestino permeabile o la disbiosi intestinale. Se il problema si presenta alle vie aeree, dovremo curare senza dubbio anche l’intestino e se si ha un problema all’intestino, dovremo prenderci cura del microbiota orale e del benessere delle vie aeree e del cavo orale. La gran parte delle malattie dell'apparato respiratorio sono caratterizzate da un aumento della produzione di muco (a volte denso e viscoso). Sono malattie infiammatorie di natura virale o batterica, come le influenze, le virosi respiratorie, le polmoniti. I virus influenzali in primis distruggono le cellule della mucosa respiratoria, favorendo la penetrazione di agenti patogeni batterici, a loro volta responsabili di bronchiti, polmoniti, broncopolmoniti, eccetera. Se guardiamo la mucosa del tratto respiratorio, notiamo la presenza di un epitelio di rivestimento e la presenza di muco che, unitamente all'azione delle ciglia, facilita l'intrappolamento di microrganismi, pulviscolo e particelle estranee, favorendone allo stesso tempo anche l'eliminazione verso l'esterno. L’infiammazione degli spazi aerei nasali dovuta ad un virus respiratorio sta alla base di qualunque raffreddore comune. L’infezione della mucosa nasale determina vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare, che a sua volta causa l’ostruzione nasale e la rinorrea, che sono i principali sintomi clinici, mentre la stimolazione colinergica porta ad un aumento della secrezione delle ghiandole mucose e starnuti. L’infezione delle cellule epiteliali della mucosa nasale da parte dei virus determina l’insorgenza di una risposta immunitaria dapprima innata dai meccanismi che hanno luogo nelle cellule dislocate nel contesto della mucosa stessa, come i macrofagi per esempio, e successivamente di una risposta immunitaria adattiva correlata alla presenza di alcuni linfociti (Th1). Dunque, a parte i meccanismi fisiologici di protezione che funzionano in maniera autonoma, è evidente quindi, quanto sia importante garantire un microbiota intestinale sano per prevenire le patologie croniche e infiammatorie del tratto respiratorio. https://it.iliveok.com/food/digiuno-medico-marva-oganyan_130711i15882.html https://www.cure-naturali.it/articoli/vita-naturale/yoga/shank-prakshalana-pulizia-canale-digerente.html https://generiamosalute.it/speciale/asse-intestino-polmoni-come-batteri-funghi-e-virus-dialogano-tra-loro/ https://www.allergytherapeutics.it/infezione-alle-vie-respiratorie/ Naso e bugie, quale connessione? “Il naso di Pinocchio è una straordinaria invenzione originale di Collodi, che per la sua efficacia è stata adottata in tutti i paesi del mondo occidentale, da due miliardi di persone: dire una bugia fa crescere il naso! Non che accada davvero, perché uno casomai arrossisce, si impappina parlando, prende un tono di voce insincero, mentre il naso non si è mai visto sia sensibile alle bugie o che muti la lunghezza; (altrimenti in parlamento sarebbe difficile per i parlamentari girare la testa, sarebbe tutto un incrocio di nasi, più che mai sui banchi del governo, dove i nasi raggiungerebbero misure orripilanti; ma il mestiere dei politici in fondo è dire balle, a volte anche con buone intenzioni, per suscitare ottimismo, per dare fiducia nel futuro prossimo; se il naso all’istante crescesse, la politica dovrebbe chiuder bottega…)” Collodi, nella sua fiaba, ha colto una verità, una connessione continua e inspiegabile fra naso e bugia, che infatti è stata subito riconosciuta e accettata d’istinto nel mondo. Pinocchio è stato in un certo senso una rivelazione, non perché il naso cresca contestualmente alla bugia, questa è la fiaba, ma perché il naso è sempre cresciuto durante gli ultimi tre milioni di anni, mentre cresceva anche la nostra abilità nel dire bugie! Ma è solo una coincidenza che il naso e le bugie sono percepiti come connessi? Chi lo sa? E quale la differenza tra dire le bugie e accettarle? Intanto nel frattempo il mondo va avanti a condizione dei bastoncini che vengono infilati su per il naso, come per ricordare sempre che la dimensione del naso, anche se apparentemente normale, bisogna allungarla... per sopravvivere. https://www.ilsole24ore.com/art/il-naso-pinocchio-AEfsksAH?refresh_ce=1
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