di Cristina Dal Farra, farmacista
E’ difficile definire con un’unica parola i sentimenti che si sono alternati in me in questi due ultimi anni. Io sono farmacista e fin dal primo lock-down ho avvertito una stonatura nelle misure sanitarie prese dal governo. Fin dall’inizio mi sono sentita violata e lesa nel mio diritto fondamentale di autodeterminazione, mi sono sentita trattare come una bambina che doveva essere protetta in maniera forzosa. Fin dall’inizio non hanno voluto considerarci adulti ed esseri dotati di intelletto. Ho dovuto accettare, con profondo senso di impotenza, la mistificazione della scienza e della medicina nei loro principi basilari, perché in fondo io ero soltanto una modesta farmacista, dipendente, che non contava nulla e per quanto considerassi inutile, se non addirittura dannoso indossare e vedere indossare mascherine, spesso riciclate per giorni oppure vedere propagandato, in maniera vergognosa, a mo’ di prodotto di consumo, un vaccino sperimentale dalla dubbia efficacia e dagli effetti in alcuni casi mortali, dovevo obbedire, stare zitta perché quando parlavo venivo derisa, denigrata, emarginata. All’inizio nessuno avrebbe mai pensato che avrebbero costretto la gente a vaccinarsi e nessuno avrebbe mai immaginato quello che sarebbe successo dopo: la ghettizzazione di chi avrebbe deciso di fare una scelta legittima. Io penso che quello che sta succedendo sia paragonabile, con le dovute differenze di contesto storico, a quello che è successo nel ventennio fascista con le leggi razziali. Ricordo che mi sono venuti i brividi quando il mio Ordine Professionale ha voluto l’elenco dei dipendenti e poi la ASL avrebbe redatto un elenco dei non vaccinati. Mi sembrava di vivere in un incubo. Ho vissuto tutte le fasi del lutto: il rifiuto, la rabbia, la depressione. Penso di averle vissute tutte assieme e forse le sto vivendo ancora. Sto vivendo giorno per giorno perché non posso fare altrimenti. Sembra non esserci più un futuro per chi, come me, ha scelto di autodeterminarsi. Nonostante ciò, io riesco ancora a sognare e forse non ho mai smesso di farlo. Oggi più che mai credo nei miei sogni, credo nella possibilità di cambiare il mondo, di essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo. Credo in tutto ciò perché in questi due anni sono riuscita a cambiare me stessa o forse a ritrovare la vera me stessa. Io che ho sempre avuto paura, mi sono scoperta coraggiosa. Ci vuole coraggio per perdere tutto e quello che sto vivendo, consapevolmente, è la graduale perdita di tutto: stipendio, posizione sociale, inclusione sociale. L’unica cosa che non ho perso e non perderò mai è la mia dignità, la mia integrità. Da questa ricomincerò a reinventarmi. In questi mesi ho creato un podcast che raccoglie le testimonianze di tutta quella Storia che non viene raccontata dai megafoni dei media mainstream e sempre in un podcast ho raccolto le pagine di quello che ho definito il mio “Diario dall’Apocalisse”. Come riesco a sopravvivere in questa Apocalisse? Sogno, scrivo, creo, coltivo relazioni vere che fanno bene allo spirito. Dalla mia parte la fortuna di non avere figli. Vi metto qui i link dei podcast creati da me che spero vi aiutino a capire meglio i sentimenti che accompagnano le mie giornate: • TUTTA UN'ALTRA STORIA https://www.spreaker.com/show/tutta-unaltra-storia • DIARIO DALL'APOCALISSE https://www.spreaker.com/show/diario-dall-apocalisse Cristina Dal Farra
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[di Lacramioara Bran, del Collettivo Salute Consapevole Genova] IL NASO Una delle parti più caratteristiche del corpo umano è il naso. Alla francese, alla romana, a bozzolo o a patata, il naso ci contraddistingue da sempre. Oggetto di ammirazione in alcuni casi o di stupore e comicità in altri, in mezzo all’attenzione dell’estetica e dell’educazione dei nostri figli, il naso è comunque per la maggior parte di noi un grande mistero e un oggetto di studio affascinante per gli scienziati di tutto il mondo. “Al mondo succedono le cose più inverosimili”, Gogol Nella sua geniale opera “Il Naso”, Gogol racconta ciò che oggigiorno metaforicamente sta succedendo: “è la storia di un naso che un giorno si stacca dal viso del suo proprietario, l’assessore di collegio Kovalev. Egli si accorge di esserne privo mentre si guarda allo specchio. L’uomo, privo dell’organo olfattivo, teme di avere conseguenze nelle relazioni sociali e di lavoro. Mentre lui si dibatte in questi dubbi, il suo naso se ne va in giro per la città credendo di essere un consigliere di Stato. Kovalev tenta in ogni modo di recuperare il naso, ma non ci riesce ed è ovviamente disperato per questo. Poi, un giorno, gli viene restituito proprio dalla guardia che lo ha arrestato mentre tentava di lasciare il suo paese. Una volta riottenuto il naso, l’uomo tenta in vari modi di rimetterlo al suo posto ma invano. Ma proprio quando sta per demordere, ecco che il naso torna da solo dove è sempre stato. Naturalmente l’episodio accaduto all’assessore di collegio Kovalev suscita ilarità e curiosità da parte degli abitanti del paese; essi accorrono subito a vedere il naso nei luoghi in cui viene segnalata la sua presenza.” Una novella dell’assurdo che si avvera nella nostra società attuale, “un vero e proprio trattato psicologico che parla del delicato tema della follia umana e della sua possibilità di redenzione.” Il senso dell’olfatto è anticamente correlato al nostro subconscio, al senso di sicurezza, di appartenenza, di stabilità, di sicurezza ed equilibrio, con i vissuti emozionali e con i ricordi della nostra infanzia, così come alle nostre paure e istinti primari. Trovarsi “mutilati” a questo livello ha un significato profondo, di perdita totale e di alienazione. Recuperare l’equilibrio perso attraverso un’autorità esterna, così come il personaggio di Gogol, non aiuta. La stabilità si reinstalla da sola, al risveglio (simbolico) del personaggio, con il naso a suo posto, che stupitamene nota la sua presenza come se niente fosse mai stato, senonché la sua propria consapevolezza di averlo. https://cultura.biografieonline.it/il-naso-gogol-riassunto/ La “corsia” preferenziale ed antica dell’olfatto Come tratto caratteristico della fisionomia umana, come organo di senso pienamente responsabile dell’olfatto, il naso è una struttura non per caso a forma piramidale, molto complessa, che inizia a svilupparsi dalla quarta settimana di gestazione, quindi molto presto, e che inizialmente è un tutt'uno con la bocca; poi, con l'avanzare della gravidanza, naso e bocca si separano, distinguendosi l'uno dall'altra fino ad assumere l'aspetto finale, circa alla 10a settimana di vita intrauterina. Ma la caratteristica più spettacolare del naso è il suo legame con il cervello. Mentre per tutti gli altri sensi (il tatto, la vista, il gusto e l’udito) esistono delle vie neuronali che li portano alla corteccia passando sempre dal talamo (il portale che apre la via al cervello e al nostro essere), per l’olfatto non è così. Sentire il profumo inebriante di un campo fiorito, prima che diventiamo coscienti di ciò, il nostro corpo risponde già con un’emozione, con uno stato non consapevole, un qualcosa che non riguarda la nostra cognizione e rappresentazione mentale. Questo succede perché gli impulsi elettrici trasmessi dagli recettori olfattivi hanno un collegamento privilegiato ed antico con il cervello, che permette loro di avere un accesso diretto al sistema nervoso centrale. L'odore non viene "filtrato" dal talamo, viene inviato direttamente alla corteccia olfattiva che fa parte delle strutture del sistema limbico, insieme all'amigdala (coinvolta nella risposta emotiva, nelle secrezioni ormonali e nella memoria), all’ippocampo (collegato alla memoria a lungo termine) e altro. Se il talamo rappresenta la modernità, le vie nervose dell'olfatto ci portano indietro nel tempo, per dare uno sguardo ad una struttura nervosa ancestrale. L'olfatto è forse il senso che più si connette ai centri limbici, la porzione istintuale del cervello: un ideale collegamento con il passato di decine di migliaia di anni fa, quando la sopravvivenza nelle distese della savana o nelle terre fredde del nord Europa dipendeva da decisioni prese sul momento di “attacca o fuggi”. https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso https://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/naso.html “Non sento più gli odori!!!” Fino agli anni ’60 si sosteneva che i neuroni sono cellule che non si rigenerano e che non possono essere replicati in vivo. Ma tra i miliardi di cellule del sistema nervoso, i neuroni che portano al cervello le informazioni odorose, non solo che non hanno bisogno di altri neuroni specializzati per trasmettere l’informazione, ma sono gli unici che si rigenerano totalmente in poco più di un mese e di quale si è ottenuta la replicazione! Quindi una perdita dell’olfatto di alcuni giorni durante le influenze (anosmia transitoria), non può essere attribuita alla trasmissione neuronale, ma a qualcosa che avviene a monte, cioè a livello dell’epitelio nasale. Secondo alcuni studi, la perdita dell'olfatto e/o del gusto è tra i sintomi più comuni e persistenti di COVID-19 nei pazienti con malattia lievemente sintomatica. Tuttavia, a circa quattro settimane dall'esordio, la maggior parte dei pazienti ha riportato una completa risoluzione o miglioramento di questi sintomi. L’alterazione dell’epitelio olfattivo, come il gonfiore o l’infiammazione, potrebbe spiegare la perdita dell’odore in questi casi. Quando la mucosa si sgonfia, gradualmente ritorna l’olfatto, altrimenti, se i tempi sono più lunghi nella ripresa, gli ultimi studi suggeriscono come linea guida principale la terapia cortisonica e/o la riabilitazione olfattiva attraverso la stimolazione dell’olfatto cono odori intensi e specifici. https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2767781?appId=scweb https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/fullarticle/2767779 Il muco: cosa c’è dentro? Il corpo umano produce muco ogni giorno e la sua presenza non è necessariamente un segno di malattia. Il muco è una sostanza che riveste e protegge qualsiasi membrana mucosa del corpo (nasale, buccale, faringea, polmonare, gastrica, intestinale, ecc.) e aiuta a proteggerla dalle infezioni. Il muco è generalmente costituito da circa il 95% di acqua e dal restante 5% di polimeri che gli conferiscono una viscosità simile al gel. La viscosità del muco è dinamica, essendo influenzata da vari fattori legati al corpo o ai materiali che attraversano la cavità e dal cambiamento delle stagioni e del clima. La produzione di muco nelle vie aeree è un normale processo fisiologico. Senza di esso, le vie aeree diventerebbero secche e non funzionerebbero più correttamente. Ma a volte il muco viene prodotto in eccesso e la sua composizione cambia. Il microbiota della cavità nasale è un complesso sistema di protezione che contiene naturalmente anche alcune sostanze con azione antimicrobica. Oltre ad essere nel nostro naso, batteri, funghi e virus, normalmente presenti in proporzioni variabili e che nemmeno immaginiamo di averli, alcuni di questi hanno meravigliose funzioni di protezione e cura. Tra questi ricordiamo il Lacticaseibacillus, affine al genere lactobacilli e una scoperta molto recente, lo Staphyloccoccus lugdunensis, conosciuto come lugdunina. Questi batteri mostrano effetti non solo antiinfiammatori e antimicrobici contro i patogeni, ma anche effetti immunomodulatori e si sono adattati a vivere nell’ambiente del naso. La loro presenza si è rivelata una potenziale manna per tutti quei pazienti che vanno incontro ad operazioni chirurgiche e che rimangono in ospedale per lunghi ricoveri o per persone con difese immunitarie pesantemente abbassate. https://www.cell.com/cell-reports/fulltext/S2211-1247(20)30627-6 https://ilbolive.unipd.it/it/e-ora-rivalutare-nostro-naso Cosa dicono gli altri? Quando si tratta del nostro corpo, della nostra salute o di malattia, siamo abituati ad abbandonarci quasi totalmente alla scienza e in particolare alla medicina convenzionale, scientifica e moderna. Oggigiorno questo approccio solamente scientifico è ben lontano da ciò che potrebbe riportare l’uomo all’equilibrio e ad armonizzarlo con l’ambiente che lo circonda. Basta leggere bene per esempio i foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci o i consensi informati che precedono un qualunque intervento medico, per capire quanto può essere fragile il rapporto rischio beneficio nelle nostre scelte. Tuttavia, l’arte di guarire è un campo molto più vasto della medicina convenzionale. Forme di cura antiche e nuove si ritrovano nelle varie medicine che negli anni si sono sviluppate e messe all’aiuto dell’uomo. E nonostante i differenti nomi e i diversi modi usati per descriverle, tutte hanno un unico scopo e intenzione: quello di aiutare l’essere umano a recuperare l’equilibrio psicofisico e a vivere in armonia con l’universo. Tra le più conosciute e nominate, con quattromila anni di storia, l’Ayurveda è una delle medicine più antiche ma nello stesso tempo capace di adeguarsi al mutare dei tempi e a trovare applicazioni attuali. Dal punto di vista della medicina tradizionale ayurvedica, il muco è l'espressione fisica del fattore fondamentale di salute e malattia chiamato Kapha Dosha. Esso governa l’acqua dell’organismo e i liquidi che permettono la lubrificazione delle articolazioni; le emozioni a cui da origine sono l’attaccamento e l’avidità, ma anche il perdono e l’amore. In uno stato di equilibrio, questo dosha assicura l'unità strutturale del corpo dell'essere umano, aiutando sia a costruire e ripristinare i tessuti, sia a mantenerne l'integrità e la lubrificazione. Il luogo di accumulo più "amato" per il muco, l'area di accumulo preferita di Kapha Dosha, è l'area del torace (polmoni, bronchi) e dello stomaco. Quando troppo muco si accumula nei polmoni e nei bronchi, da un lato viene spinto, dai movimenti delle ciglia presenti nell'epitelio respiratorio, lungo le strutture anatomiche per poter essere eliminato naturalmente attraverso le prime vie respiratorie - laringe, faringe, naso, e d'altra parte appare la tosse, che ha lo stesso obiettivo. Molto spesso le mamme con bambini piccoli pensano che il piccolo abbia preso un raffreddore quando notano la comparsa di una secrezione di muco nasale, ma in realtà non è altro che lo sforzo del corpo per liberarsi del muco accumulato in eccesso. Quando il corpo cerca di liberarsi dell'ipersecrezione di muco bronchiale, si verificano tosse e rinorrea. Alla comparsa di tali sintomi, l'essere umano, per paura della malattia e non conoscendo i meccanismi di autoregolazione del corpo, reagisce secondo il solito scenario: rinorrea – uso di gocce intra nasali volte ad asciugare la mucosa nasale mediante meccanismi biochimici, tosse – uso vari anti tossivi e/o forse anche antibiotici. La reazione dell'essere umano porta ad un impedimento dell'organismo, ancora sano, per liberarsi del muco in eccesso. Di conseguenza, il processo di pulizia naturale del corpo è inibito dalla somministrazione di farmaci che non aiutano questo processo e lo strato di secrezioni mucose diventa ancora più spesso. Fino a un certo punto, il muco rimane trasparente, ma se si è accumulato troppo, può sovra infettarsi con i batteri dell'aria respirata, assumendo sfumature di giallo, verde o marrone. L'accumulo di Kapha Dosha nel corpo si può avvertire non solo come eccesso di muco a livello bronchiale o gastrico, ma anche sotto forma di sensazione di pesantezza corporea o solo alla testa, perdita di appetito, pallore cutanea, sonno eccessivo, perdita o accumulo di peso, respirazione affannata, disturbi della memoria, diminuzione della temperatura corporea, articolazioni indebolite. La medicina tibetana raggruppa molti aspetti comuni ad altri sistemi di cura occupandosene dei tre aspetti principali dell’essere: somatico, energetico e spirituale. Secondo questa medicina ci sono cinque elementi universali (terra, acqua, fuoco, aria ed etere) e tre umori che influenzano lo stato di salute: il muco, la bile e l’aria. Anche qui il muco (formato da terra e acqua) regola tutti i liquidi organici, la mobilità delle articolazioni, la coesione dell’organismo intero, la capacità di distinguere i sapori. Si collega al fegato e alla milza (elemento terra) e ai reni e alla vescica (elemento acqua). Secondo questa medicina la malattia data dallo squilibro della flemma nel corpo è una forma di ignoranza, una specie di nube che impedisce di riconoscere la realtà dell’essere. Quando questo umore viene squilibrato, o è in eccesso o si sposta, l’essere si ammala. Se il muco, che si forma abitualmente al centro del corpo, si sposta verso la parte superiore e la testa, allora compare lo squilibrio. Un eccesso di muco impuro, in grado cioè di alterare l'equilibrio armonico dei quattro umori presenti nell'organismo, e ritenuto responsabile delle malattie croniche, in particolare di quelle catarrali. Alcuni rimedi prescritti per curare un eccesso di flemma consistono in una modifica del contesto ambientale e soprattutto dell'alimentazione, introducendo cibi caldi e secchi che riequilibrano l'umore freddo e umido. E come metodi di cura più specifici ricordiamo il moxibustione tibetana, che usa il calore emanato da una pianta (l’artemisia), indirizzato in alcuni punti specifici, la fitoterapia con delle piante delle alture tibetane, come terapie interne, visto che il sistema di medicina tibetano promuove sia le terapie indirizzate al corpo (terapie interne) che quelle indirizzate allo spirito (terapie esterne). Nella tradizione yogica l’olfatto con il suo organo di senso il naso, sono correlati con il primo chakra (centro energetico sottile, centro di forza) Muladhara, le cui funzioni comprendono l'istinto di sopravvivenza e le tendenze primarie, essendo in qualche modo correlate con la sfera del subconscio. Esiste dunque una connessione tra questo sottile centro di forza, il naso e il sistema limbico, che è considerato la parte più primitiva del cervello e svolge un ruolo fondamentale nei nostri impulsi e tendenze inconsci, come la reazione “lotta o corri!”. Nei vari rami dello yoga ci sono esercizi e metodi specifici per equilibrare ed armonizzare la funzionalità di questo organo di senso, alcuni molto accessibili e che non necessitano un percorso, altri riservati a coloro che approfondiscono la pratica yoga e i suoi misteri. Il sistema tradizionale Hatha Yoga contiene principalmente gli asana (posture corporee specifiche) e il Pranayama, che hanno tra i molti effetti benefici sul corpo, il far fluire la linfa e la sua purificazione, la stimolazione dei linfonodi e del sistema immunitario. Ma gli effetti più sottili della pratica yoga indirizzata al primo chakra Muladhara sono correlati con la via corticale dell’olfatto, che è una via semplice e diretta, ancorandosi nel nostro sistema emotivo, istintuale e di sopravvivenza, effetti che si possono notare anche con le prime posture più semplici e fino alle pratiche avanzate di Pranayama. Lo stato di rigenerazione e vitalità è anche esso correlato al primo chakra, Muladhara, e quindi all’olfatto. Perturbare la percezione olfattiva vuol dire in qualche modo destabilizzare l’intero organismo, le sue basi, la sua stabilità e il suo vigore. Sempre nella tradizione yogica, oltre al Pranayama (o la dinamica esoterica del respiro) che ci insegna a pulire i canali energetici del nostro corpo, esistono anche altri metodi di equilibrio e controllo sui chakra e sulla respirazione (come alcuni bandha, mudra e kriya) che portano equilibrio e armonia nel corpo umano. Le altre medicine che possono essere ricordate sono tante: la medicina tradizionale cinese famosa per l’agopuntura, la medicina termale, le medicine complementari alternative come aromaterapia e fitoterapia, le medicine manuali come la riflessologia, le medicine mentali come la bioenergetica e la meditazione, le medicine che usano l’energia come il Reiki. Insomma, necessita sempre di più accettare che quando si parla di medicina, nonostante la prevalenza della medicina convenzionale, il nostro pensiero e il nostro agire può abbracciare una gamma molto più vasta di cure, guardando oltre le limitazioni di un sistema occidentalizzato e portato alla norma, verso un sistema più complesso di cura della vita e della salute, e non soltanto che cura le malattie. La cura del naso, come si fa? A parte il lavaggio nasale in situazioni patologiche, nell’occidente non è molto diffusa la cura del naso, come se fosse implicita alla igiene quotidiana, ma senza entrare nello specifico. Ultimamente però ci sono sempre più indicazioni ai lavaggi nasali, correlati alle stagioni freddi o ad alcune patologie. Spray, istillazioni o addirittura docce nasali, con varie sostanze dall’acqua salina a delle sostanze miste, tra naturale e sintetico, sono solo alcuni metodi. Ma la parte meno conosciuta è che queste indicazioni e cure apparentemente recenti hanno l’origine nelle tecniche antiche del Kriya Yoga, dell’Ayurveda e alcune tecniche della medicina tibetana. Il metodo Jala Neti arriva nell’occidente insieme a tante pratiche yogiche e tantriche. È un metodo facile, non costoso e non invasivo nella sua forma base (perché esistono circa sette modalità, alcune più complesse) che andiamo a scoprire. Descriveremo qui la pulizia del naso con la tecnica di JALA-NETI, con l’utilizzo di un vaso speciale per eseguire l'esercizio, il NETI-POT, facilmente acquistabile nei negozi di prodotti naturali.
L’ossigeno e l’ozonoterapia: si applica tramite l’insufflazione nasale, sfrutta le proprietà biochimiche dell'ossigeno e dell’ozono; le sue azioni in campo medico sono di tipo antinfiammatorio, battericida, fungicida e virustatico. Necessita il più delle volte la cura specialistica, a parte i prodotti pronti per fai da te. Il bagno turco: l’alternanza caldo e freddo è come una ginnastica vascolare, che migliora la circolazione sanguigna, per effetto di una vasodilatazione diffusa. Il calore si espande e attraversa i vasi sanguigni, attenuando l’infiammazione della mucosa e le sensazioni di dolore. Il bagno turco porta reale beneficio in tutte le persone con malattie ricorrenti delle alte vie respiratorie decongestionando le mucose e facilitando l’espulsione del muco in eccesso. Suffumigi e inalazioni: l’azione di queste cure è di detersione e di stimolo sulla mucosa delle prime vie aeree (naso, faringe e laringe), le stesse vie che ricevono il massimo danno dall’inalazione della polvere e dello smog ambientale. L’impiego delle piante al posto degli oli essenziali puri, che solitamente sono aggiunti a gocce all’acqua calda, permette un approccio più dolce, ma ugualmente efficace. Evita fenomeni irritativi agli occhi o reazioni indesiderate o gravi per le persone più sensibili. È sicuramente sia adatto ai bambini che alle persone anziane. Il Pranayama: La respirazione è il punto di legame tra il corpo e la mente e questi tre elementi si influenzano reciprocamente. Tutti abbiamo osservato, ad esempio, l’impatto di alcune emozioni sulla respirazione. Alcuni ricercatori hanno scoperto per la prima volta che il ritmo della respirazione crea una specifica attività elettrica nel cervello dell'essere umano, che sostiene il pensiero emotivo e il ricordo. Questi effetti comportamentali dipendono in modo molto chiaro dal fatto che l’inspiro e l’espiro, il respiro in generale, avviene attraverso la bocca o il naso. Quando il nostro respiro diventa ostruito, perdiamo il contatto con ciò che sta accadendo nel momento presente, il corpo può diventare teso e la mente agitata. Le tecniche di Pranayama, dalle più semplici alle più complesse, la respirazione controllata con tecniche specifiche – da imparare con una guida - aiutano enormemente per eliminare queste perturbazioni. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2020.00467/full?fbclid=IwAR2allcj2VGdPACVLzaCZF-TaOas9YOpTH_jz6pr9DFbYothK7wwkWUjYc0 Il naso, i polmoni e l’intestino, quale legame? Nella medicina naturale esiste un'espressione comune: "la morte viene dall'intestino". Ed è letteralmente così. Se conoscessimo e applicassimo le regole della pulizia intestinale, vivremmo a lungo e saremmo molto più sani. Più la persona è anziana, più residui ha accumulato nell’intestino, questo perché non lo puliamo, non lo laviamo, né durante l'infanzia e né in seguito. Il mito comune secondo cui se facessi frequenti clisteri o purghe, potresti "lavare" la microflora intestinale. Ma di quale microflora parliamo? Quello che sta succedendo nell'intestino è qualcosa di terribile. La microflora marcia verrà pulita e rimarrà quella buona, che potrà anche essere ripristinata con un'adeguata nutrizione favorevole a questa microflora benefica. Il cibo è una grande benedizione, ma ora è diventato anche un grande male. Il male è il cibo "pubblico", che viene venduto negli spazi di ristorazione pubblica - mense, asili, ospedali, esercito, ecc. Questo è un cibo criminale per la salute. Per questo motivo spesso ci ammaliamo e non a causa del freddo, ma perché ci nutriamo di cibo distruttivo, dal quale accumuliamo troppi residui. È importante quindi pulire l'intestino nel miglior modo possibile. I residui intestinali includono oltre ai resti fecali, anche muco marcio e semi-marcio, che contiene parassiti vivi e morti. Inoltre, alcuni nutrienti devono passare attraverso la parete intestinale. Come passeranno se c'è uno strato di sporco sulle pareti del colon? Non passeranno affatto. A causa di ciò, la motilità intestinale soffre, il che porta anche a problemi di stitichezza. In generale, il problema della stitichezza è una conseguenza di una dieta inadeguata, di cibi morti. Il cibo malsano e scorretto è in primis un cibo molto trattato termicamente, il cibo prefabbricato. È vero che in inverno è più difficile mangiare solo prodotti vivi, crudi e bisogna aggiungere dei cibi lavorati, ma in estate è abbastanza semplice per tutti seguire questo regime, tranne gli abitanti dell'estremo nord, per ragioni ben note a tutti. Nella tradizione yogica e ayurvedica è molto conosciuta e praticata una tecnica con il nome Shank Prakshalana - la pulizia dell’intestino con acqua salata secondo una ricetta speciale, che viene guidata nell’intestino attraverso dei movimenti specifici del corpo, seguita poi da un menù di ripristino della flora microbica benefica dell’intestino. Il difficile nome di Shank Prakshalana significa “lavaggio della conchiglia” (shank, conchiglia, probabilmente rimanda alla forma attorcigliata dell’intestino oppure al fatto che l’acqua scorre nel corpo come in una conchiglia) e costituisce una pulizia dell’intero circuito digestivo con acqua calda e salata, ma data la complessità della tecnica non la esponiamo in questa sede. Esistono anche altre modalità per la pulizia dell’intestino, e per il mantenimento dell’equilibrio microbiotico, che si possono seguire senza medicalizzare per forza questi processi, ma in maniera naturale. Una volta l’intestino pulito si riprende l’alimentazione secondo alcune indicazioni precise che aiutano a ripristinare la mucosa intestinale e la sua flora microbica. Il ripristino ed il mantenimento dell’equilibrio del nostro microbiota diventano quindi essenziali. Il nostro intestino dialoga continuamente con i polmoni. La “conversazione” avviene tra batteri e cellule immunitarie sia nel polmone che nell’intestino. A differenza di quanto si riteneva in passato, i polmoni non sono organi sterili, ma ospitano un loro microbiota e sono influenzati da segnali microbici provenienti da siti distali del corpo, come l’intestino. Una problematica o un’infezione delle vie aeree significa quasi sempre intestino permeabile o la disbiosi intestinale. Se il problema si presenta alle vie aeree, dovremo curare senza dubbio anche l’intestino e se si ha un problema all’intestino, dovremo prenderci cura del microbiota orale e del benessere delle vie aeree e del cavo orale. La gran parte delle malattie dell'apparato respiratorio sono caratterizzate da un aumento della produzione di muco (a volte denso e viscoso). Sono malattie infiammatorie di natura virale o batterica, come le influenze, le virosi respiratorie, le polmoniti. I virus influenzali in primis distruggono le cellule della mucosa respiratoria, favorendo la penetrazione di agenti patogeni batterici, a loro volta responsabili di bronchiti, polmoniti, broncopolmoniti, eccetera. Se guardiamo la mucosa del tratto respiratorio, notiamo la presenza di un epitelio di rivestimento e la presenza di muco che, unitamente all'azione delle ciglia, facilita l'intrappolamento di microrganismi, pulviscolo e particelle estranee, favorendone allo stesso tempo anche l'eliminazione verso l'esterno. L’infiammazione degli spazi aerei nasali dovuta ad un virus respiratorio sta alla base di qualunque raffreddore comune. L’infezione della mucosa nasale determina vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare, che a sua volta causa l’ostruzione nasale e la rinorrea, che sono i principali sintomi clinici, mentre la stimolazione colinergica porta ad un aumento della secrezione delle ghiandole mucose e starnuti. L’infezione delle cellule epiteliali della mucosa nasale da parte dei virus determina l’insorgenza di una risposta immunitaria dapprima innata dai meccanismi che hanno luogo nelle cellule dislocate nel contesto della mucosa stessa, come i macrofagi per esempio, e successivamente di una risposta immunitaria adattiva correlata alla presenza di alcuni linfociti (Th1). Dunque, a parte i meccanismi fisiologici di protezione che funzionano in maniera autonoma, è evidente quindi, quanto sia importante garantire un microbiota intestinale sano per prevenire le patologie croniche e infiammatorie del tratto respiratorio. https://it.iliveok.com/food/digiuno-medico-marva-oganyan_130711i15882.html https://www.cure-naturali.it/articoli/vita-naturale/yoga/shank-prakshalana-pulizia-canale-digerente.html https://generiamosalute.it/speciale/asse-intestino-polmoni-come-batteri-funghi-e-virus-dialogano-tra-loro/ https://www.allergytherapeutics.it/infezione-alle-vie-respiratorie/ Naso e bugie, quale connessione? “Il naso di Pinocchio è una straordinaria invenzione originale di Collodi, che per la sua efficacia è stata adottata in tutti i paesi del mondo occidentale, da due miliardi di persone: dire una bugia fa crescere il naso! Non che accada davvero, perché uno casomai arrossisce, si impappina parlando, prende un tono di voce insincero, mentre il naso non si è mai visto sia sensibile alle bugie o che muti la lunghezza; (altrimenti in parlamento sarebbe difficile per i parlamentari girare la testa, sarebbe tutto un incrocio di nasi, più che mai sui banchi del governo, dove i nasi raggiungerebbero misure orripilanti; ma il mestiere dei politici in fondo è dire balle, a volte anche con buone intenzioni, per suscitare ottimismo, per dare fiducia nel futuro prossimo; se il naso all’istante crescesse, la politica dovrebbe chiuder bottega…)” Collodi, nella sua fiaba, ha colto una verità, una connessione continua e inspiegabile fra naso e bugia, che infatti è stata subito riconosciuta e accettata d’istinto nel mondo. Pinocchio è stato in un certo senso una rivelazione, non perché il naso cresca contestualmente alla bugia, questa è la fiaba, ma perché il naso è sempre cresciuto durante gli ultimi tre milioni di anni, mentre cresceva anche la nostra abilità nel dire bugie! Ma è solo una coincidenza che il naso e le bugie sono percepiti come connessi? Chi lo sa? E quale la differenza tra dire le bugie e accettarle? Intanto nel frattempo il mondo va avanti a condizione dei bastoncini che vengono infilati su per il naso, come per ricordare sempre che la dimensione del naso, anche se apparentemente normale, bisogna allungarla... per sopravvivere. https://www.ilsole24ore.com/art/il-naso-pinocchio-AEfsksAH?refresh_ce=1 Comilva presenta un nuovo progetto di comunicazione dedicato ai bambini e ai ragazzi coinvolti nella campagna di vaccinazione anti-COVID-19: come sempre, il nostro scopo è quello di mettere le persone in grado di decidere responsabilmente.
Questo progetto nasce dalla necessità di fornire un’informazione responsabile, corretta ed approfondita sul tema della vaccinazione pediatrica Covid-19. In un panorama nel quale l'offerta vaccinale per i bambini si accompagna ad obblighi e limitazioni per gli adulti, siamo tenuti a decidere sul bene dei nostri figli. Che fare allora? Informarsi, leggere, studiare … comprendere! Informarsi è fondamentale per fare una scelta consapevole, che non sia guidata da slogan banali quanto pericolosi. Se credete che questo lavoro sia importante non solo per voi ma anche per gli altri, condividetelo: diffondete questa informazione attraverso i vostri profili social personali, in modo che sia fruibile da tutti, soprattutto da chi questa scelta deve ancora compierla. Un grazie a tutti i medici che hanno fornito la documentazione presente sul sito, ai redattori, ma soprattutto a voi per il tempo che vorrete dedicarci. SITO WEB: https://ilbenedeifigli.it/ FACEBOOK: https://www.facebook.com/ilbenedeifigli/ TELEGRAM: https://t.me/+NnBWlhzQR083ODc0 Informiamo che è cambiato il conto corrente per la Cassa di Solidarietà dei Sanitari Sospesi.
Nell'ambito dell'iniziativa "Adotta un Sanitario Sospeso", le donazioni a favore andranno fatte tramite bonifico sul conto corrente intestato a: CUB Sanità di Genova e Provincia - Via di Sottoripa 1a/54 IBAN: IT59Y 0333231 95000 0002012156. Ringraziamo tutti quelli che ad oggi hanno sostenuto questa iniziativa, sia con donazioni che in tanti altri modi, aiutando con generi alimentari, offrendo lavori alternativi e sostegno psicologico. Continuiamo a sostenere la libertà di scelta e contribuiamo a creare la nuova realtà che vorremmo, fatta di coscienza, amicizia, solidarietà, integrità e gioia nei cuori! 2.433 decessi fetali in VAERS
Più decessi fetali negli ultimi 11 mesi che negli ultimi 30 anni Il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), Istituito nel 1990, è un sistema nazionale di allerta precoce per rilevare possibili problemi di sicurezza nei vaccini con licenza statunitense. VAERS è co-gestito dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti. Il VAERS accetta e analizza le segnalazioni di eventi avversi (possibili effetti collaterali) dopo che una persona ha ricevuto una vaccinazione. Chiunque può segnalare un evento avverso al VAERS. Gli operatori sanitari sono tenuti a segnalare alcuni eventi avversi e i produttori di vaccini sono tenuti a segnalare tutti gli eventi avversi che giungono alla loro attenzione. Ad oggi ci sono stati 2.433 decessi fetali registrati in VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) da donne in gravidanza a cui è stato iniettato uno dei vaccini COVID-19. La stragrande maggioranza di questi sono successivi a Pfizer (1.862 decessi) e a Moderna (656 decessi). Ci sono stati più decessi fetali negli ultimi 11 mesi a seguito di vaccini COVID-19 di quanti ce ne siano stati negli ultimi 30 anni a causa di TUTTI i vaccini. Il mese scorso (ottobre 2021) il New England Journal of Medicine ha ammesso che lo studio originale utilizzato per giustificare il CDC e la FDA nel raccomandare la vaccinazione alle donne incinte era imperfetto. Da allora, alcuni ricercatori in Nuova Zelanda hanno condotto un nuovo studio sui dati originali e hanno concluso: Una rianalisi di queste cifre indica un'incidenza cumulativa di aborto spontaneo che va dall'82% (104/127) al 91% (104/114), 7-8 volte superiore ai risultati degli autori originali. Eppure, il CDC e la FDA continuano ancora a raccomandare i vaccini in gravidanza, anche se un’analisi corretta sui dati originali mostra che dall’82% al 91% delle donne in gravidanza, ha alte probabilità di aborto spontaneo se l’inoculazione avviene prima delle 20 settimane di gestazione. VAERS è un sistema passivo che è gravemente sottostimato. Il CDC e la FDA non hanno mai condotto uno studio per determinare quale sia questo fattore di sottostima, ma scienziati indipendenti lo hanno fatto, l’analisi condotta dalla dottoressa Jessica Rose, ha determinato un fattore di sottostima come 41 volte inferiore ai dati reali. Ciò significa che finora ci sono stati probabilmente più di 99.000 decessi fetali a seguito di vaccini COVID-19. Da fonti ufficiali del governo USA verificabili all'interno del sito di cui il link: https://www.eventiavversinews.it/2-433-decessi-fetali-in-vaers-piu-decessi-fetali-negli-ultimi-11-mesi-che-negli-ultimi-30-anni/ [email protected] a cura del Collettivo Scelta Consapevole
I tamponi nasali eseguiti con una frequenza che lasciano poco tempo per la rigenerazione della mucosa nasale, sono una procedura delicata e invasiva che non viene preceduta da una corretta spiegazione della procedura a coloro che si sottopongono. Ma l’aspetto più importante sarebbe una breve anamnesi volta ad individuare la presenza di eventuali patologie concomitanti croniche, anche se le linee guida italiane non parlano mai di controindicazioni se non brevemente e nei pochissimi casi rilevati dalla ricerca. Non esistono infatti controindicazioni specifiche per il prelievo di campioni con tamponi nasali. Il prelievo rinofaringeo è considerato sicuro, nonostante la presenza di strutture vitali adiacenti (l’orbita, la base cranica, la ricca vascolarizzazione). Tuttavia, i medici e gli infermieri o altri operatori addestrati al prelievo, dovrebbero essere cauti se il paziente ha avuto traumi nasali o interventi chirurgici recenti, se ha un setto nasale marcatamente deviato, una storia di passaggi nasali cronicamente bloccati o una grave coagulopatia. Quindi, cosa c’è da sapere quando si va incontro alla maratona dei tamponi per poter lavorare, studiare e vivere in libertà? CONTROINDICAZIONI (o raccomandata cautela)
EFFETTI AVVERSI e RISCHI
Sulla base degli studi rilevati finora, il rischio di una grave complicanza che richiede cure di livello specialistico dopo il test del tampone nasale è estremamente basso. Tuttavia, le complicazioni esistono e possono anche essere pericolose per la vita.
Gli esami di screening servono a rilevare una malattia nelle persone che non presentano sintomi. Poiché i risultati degli esami di screening sono talvolta anomali nei soggetti, alcuni soggetti si sottopongono a esami inutili e potenzialmente dannosi. Pertanto, i medici raccomandano di eseguire esami di screening solo per le malattie per cui gli esami di screening sono comprovatamene utili per migliorare gli esiti, e devono tenere conto sia del consenso del paziente che del suo diritto all’autodeterminazione e compartecipazione allo screening.
[email protected] sintesi curata dal Collettivo Scelta Consapevole Uno studio di coorte trasversale e prospettico sul ruolo delle scuole nella seconda ondata di Sars-coV-2 in Italia Sara Gandini et al. - The Lancet Regional Health, vol. 5, 10092, 01 giugno 2021 Durante la pandemia di COVID-19, la chiusura delle scuole è stata imposta in analogia al suo effetto contro l'influenza, ma non è chiaro se le scuole siano amplificatori PRECOCI DI COVID-19. Abbiamo eseguito uno studio di coorte trasversale e prospettico in Italia durante la seconda ondata di COVID-19 (dal 30 settembre 2020 fino almeno al 28 febbraio 2021). Lo studio di coorte trasversale è stato progettato per confrontare l'incidenza di COVID-19 tra gli studenti e il personale scolastico docente e non docente rispetto a quella della popolazione generale. Nonostante le prove biologiche ed epidemiologiche che i bambini svolgono un ruolo marginale nella diffusione di SARS-CoV-2, sono state predicate politiche di chiusura delle scuole, basate principalmente sulla coincidenza temporale tra la riapertura delle scuole in alcuni paesi e le epidemie di COVID-19. Nonostante il sistema immunitario dei bambini è ingenuo agli antigeni influenzali, rendendoli un noto serbatoio di infezione influenzale, questi non sembrano essere colpiti da COVID-19 come gli adulti. Diversi fattori biologici potrebbero contribuire alla riduzione del rischio COVID-19 nei bambini: in primo luogo, i bambini esprimono un numero significativamente inferiore di recettori ACE2 – il punto di ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule umane – rispetto agli adulti; in secondo luogo, sono comunemente esposti ad altri coronavirus stagionali e sviluppano sia l'immunità incrociata umorale che cellulare. Una meta-analisi di 32 studi provenienti da diversi paesi suggerisce che i bambini appaiono meno suscettibili all'infezione e, quando infettati, possono avere un arsenale preformato di anticorpi cross-reattivi neutralizzanti che potrebbero ridurre la probabilità di trasmettere il virus. L'incidenza dei nuovi positivi tra gli studenti delle scuole elementari e medie è stata in media del 38,9% inferiore a quella della popolazione generale in tutte le regioni italiane ad eccezione del Lazio. Nel caso delle scuole superiori, l'incidenza dei nuovi positivi tra gli studenti è stata del 9% inferiore a quella della popolazione generale. Nelle tre regioni Lazio, Marche ed Emilia-Romagna è stato superiore a quello della popolazione generale. Tra gli insegnanti e il personale non docente l'incidenza è stata di 2 volte superiore a quella osservata nella popolazione generale. Questi dati indicano che gli studenti sono ampiamente protetti dall'infezione da SARS-CoV-2, indipendentemente dal loro ciclo scolastico. Al contrario, l'infezione sembra essere più diffusa tra gli insegnanti e il personale non docente delle scuole rispetto alla popolazione generale. I dati estratti dal sistema della Regione Veneto di notifica dei casi di SARS-CoV-2 dal 28 agosto al 24 ottobre 2020 hanno suggerito che il primo aumento della positività al SARS- CoV-2 si è verificato negli adulti, seguiti dagli individui più giovani, ma non negli adolescenti che sono stati spesso considerati potenziali diffusori. Il primo aumento dell'incidenza si verifica non tra i bambini o gli adolescenti, ma tra gli individui di età compresa tra 20 e 49 anni. Infine, anche quando gli insegnanti sono stati infettati a scuola, le infezioni erano dovute principalmente ad altri insegnanti. La chiusura delle scuole non ha alterato il tasso di calo di Rt in Lombardia e Campania. Poi abbiamo voluto capire se il contrario, ovvero la chiusura delle scuole, ha avuto un impatto su Rt. Lombardia e Campania insieme rappresentano il 25% della popolazione italiana. È interessante notare che il declino di Rt è iniziato prima della chiusura delle scuole superiori in entrambe le regioni. Nel caso della Campania abbiamo scoperto che, mentre l'incidenza è diminuita tra gli studenti, probabilmente perché non frequentavano più le scuole e quindi testati, l'incidenza nella popolazione generale ha continuato ad aumentare. In Campania, dove le scuole sono state aperte per 17 giorni (dal 24 settembre al 16 ottobre; settimana scolastica di 5 giorni), l'incidenza tra docenti e personale non docente nel periodo 12 settembre-7 novembre è stata ancora superiore a quella la popolazione generale. Sarebbe difficile attribuire questa differenza a 17 giorni di scuola su un totale di 56 giorni. SARS-CoV-2 sembra risparmiare bambini e adolescenti in età scolare: clinicamente sono per lo più paucisintomatici; dal punto di vista dell'epidemiologia dell'infezione, molto raramente sono considerati casi indice, indicando che non solo sono ampiamente risparmiati dalle conseguenze cliniche dell'infezione, ma hanno anche meno probabilità di trasmetterla. I nostri dati indicano che l'incidenza dell'infezione è inferiore negli studenti di qualsiasi ciclo di istruzione, rispetto alla popolazione generale. Inoltre, almeno nel caso dei bambini delle scuole elementari, il contact tracing nelle scuole conferma che hanno meno probabilità di trasmettere il virus agli adulti. I nostri risultati sono anche coerenti con molti altri rapporti di diffusione molto limitata di COVID-19 tra bambini e da bambini ad adulti: in Australia (Nuovo Galles del Sud), in Irlanda, nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna, in Spagna, in Germania. Infine, un recente rapporto dell'ECDC riassume le conoscenze disponibili e giunge a conclusioni molto simili alle nostre. Ancora più importante, la trasmissione nelle scuole rappresenta una minoranza di tutti i casi di COVID-19 in un dato paese e il personale scolastico non è generalmente a rischio di infezione più elevato rispetto ad altre occupazioni. I decisori, la stampa popolare e l'opinione pubblica in Italia hanno attribuito la seconda ondata di COVID-19 alla riapertura delle scuole. Tuttavia, i nostri dati suggeriscono che questo sentimento comune non è basato sull'evidenza. Una preoccupazione attuale è che la variante SARS-CoV-2 B.1.1.7 potrebbe essere più trasmissibile soprattutto tra i bambini. Anche con questa variante, la trasmissione da parte degli individui in età scolare rimane inferiore del 46% rispetto agli anziani. La chiusura delle scuole ha conseguenze disastrose sull'attività motoria di bambini e adolescenti, interazione sociale, benessere psicologico e problemi psicopatologici, sul rischio di obesità e la dipendenza dallo schermo, sulla tutela da situazioni di abuso domestico e sulle prestazioni di apprendimento. [Ampia bibliografia consultabile in rete, cercando il lavoro citato]
di Cristina Dal Farra del Collettivo Scelta Consapevole
I problemi spesso sono opportunità di cambiamento Da molto tempo ormai, per non dire da sempre, il lavoro non mi dà più alcuno stimolo. Una lenta involuzione, per vari motivi, sia dipendenti da me sia dal contesto esterno. Poi il capitolo finale: a causa del mio diritto alla libera scelta di rifiutare la vaccinazione anti-Covid19, sono stata sospesa dal lavoro senza retribuzione da uno Stato non più democratico. La dignità di non cedere a un vile ricatto e l’amore per la Libertà, mi hanno portato a conoscere altri colleghi e sanitari che non solo credono nei miei stessi valori di Libertà e Onestà Intellettuale, ma mi hanno ridato un nuovo entusiasmo e una motivazione per essere partecipe della vita sociale. Perché, come diceva Gaber, la Libertà è partecipazione Mai come in questo tempo di solitudine, di precarietà, si sente il bisogno di essere parte di una collettività che non è solo un insieme di individui, ma qualcosa che va al di là del singolo e diventa un’entità viva e più grande. Sto capendo, insieme ai miei compagni di viaggio, che una società che si rispetti è fatta di Uomini che collaborano per un Bene Comune. Questo Bene Comune sembrava non fare parte più di questo mondo e proprio nel momento in cui lo stiamo perdendo, ritorna come necessità e urgenza, più forte che mai. Noi Esseri Umani siamo fatti per l’Armonia. Il conflitto è solo un passaggio verso un cambiamento per un Bene più grande. Non si può rimanere nel conflitto, nella lotta. La Resistenza deve trasformarsi in Creatività. Sto trovando così un senso nel mio essere al mondo, un significato anche in questa lotta per la Libertà, in questo dolore per la violenza di un potere che sta portando sofferenza e morte. Sto trovando un senso e un significato grazie alla forza e al coraggio di chi resiste e crea insieme a me. Sento che questa Resistenza Coraggiosa e Creatrice, se lo vogliamo, ci porterà al Cambiamento che tutti desideriamo. Cambiamento che va al di là di noi, delle nostre vite. Penso che non esista una sventura predestinata e inevitabile. Tutto ciò che accade non è in sé né buono né cattivo. Buona o cattiva, tragica o ottimale è la risposta che ognuno di noi dà agli avvenimenti. Niente e nessuno è responsabile del nostro dolore o della nostra gioia. Siamo il Cambiamento che vogliamo. Ricorderò per sempre la sofferenza e la lotta di questi giorni perché mi stanno dando la grande opportunità di cambiare, di essere come voglio, di essere felice. Il dado è stato tratto alla Manifestazione del 30 aprile 2021, immortalata in questo podcast. Stiamo crescendo, stiamo imparando gli uni dagli altri, stiamo scoprendo che essere vivi e far parte di una società di Uomini e Donne significa collaborare, darsi la mano, scoprire talenti e metterli al servizio gli uni degli altri. Questo significa fare un lavoro creativo, e il lavoro deve diventare creativo, non più alienante e mortificante. Riportiamo questo articolo, in realtà un vero e proprio studio articolato, che intende esporre informazioni che giustificano sul piano scientifico la riluttanza di molti ad accettare di vaccinarsi con i vaccini anti-covid-19. Trattandosi di un testo approfondito, indichiamo qui solamente l'apertura e l'indice, trovando in fondo in allegato il PDF del documento completo. I VACCINI AL TEMPO DEL COVID-19 di Marco Mamone Capria Non tratterò esplicitamente gli aspetti etici, politici e giuridici delle proposte di rendere tale vaccinazione obbligatoria per questa o quella categoria professionale, o per questo o quello spostamento geografico, perché per porre la questione in questi termini ci dovrebbe essere almeno un solido fondamento scientifico per la tesi che, vaccinandosi, i singoli e la collettività si assicurerebbero un futuro sanitario sereno e un ritorno a una normale socialità. Come vedremo, questo fondamento non c’è e, per quanto dispiaccia ammetterlo, ciò che le autorità sanitarie italiane e di altri paesi stanno spingendo i loro cittadini a fare è essenzialmente un salto nel buio. In queste condizioni vaccinarsi (o sottoporsi a un qualsiasi altro trattamento medico analogamente dubbio) non può presentarsi, nemmeno ipoteticamente, né come un obbligo morale né come un dovere civico, e si abusa della generosità ampiamente dimostrata da una popolazione stremata da provvedimenti di dubbio valore inducendola, per di più, a correre il rischio di danni temporanei o permanenti senza chiare contropartite. INDICE Mezzi di propaganda di massa Vaccini anti-covid-19 Dosi somministrate in Italia Perché tanta fretta ad approvare vaccini? «Bisogno medico insoddisfatto»? a) Il «protocollo domiciliare» b) No alle autopsie - sì ai vaccini Quali sono state le conseguenze di questa gestione dell’emergenza? Ancora sui tamponi Covid-19 sintomatico I numeri di covid-19 e similinfluenza Valori soglia a) Confronto con le similinfluenze b) Ha senso una soglia basata sul numero dei casi? Se non ci fosse stato il covid-19 Ma allora il covid-19 non esiste? Previsioni La pericolosità del SARS-CoV-2 In Italia Il ragionamento alla base del confinamento Il confinamento della popolazione ha funzionato? Efficacie vaccinali a) Doppio cieco? b) Criteri di esclusione dalla sperimentazione c) Efficacia assoluta d) Risparmiare sui posti letto e) “Salvare vite” f) Efficacia relativa g) L’omissione dei casi “sospetti covid-19” Terapie intensive Reazioni avverse Altre ragioni per avere dubbi su un vaccino Conclusione per leggere l'articolo completo scaricalo qui sotto:
Documento a cura del Collettivo Scelta Consapevole MECCANISMO FISIOPATOLOGICO DELL’INFEZIONE DA SARS-COV2 TERAPIA PRECOCE L’infezione Sars-Cov2 è provocata da un virus a Rna della famiglia dei Coronavirus che si trasmette per via respiratoria-inalatoria da soggetto infetto a soggetto sano attraverso le goccioline di saliva (flugge). Studi recenti e conseguente dibattito scientifico sono tesi a dimostrare una colonizzazione dell’orofaringe da parte del virus che successivamente andrebbe ad infettare i batteri presenti nell’apparato gastrointestinale, da qui il circolo sanguigno e la diffusione a tutto l’organismo. La trasmissione da persona infetta a persona sana avviene esclusivamente quando la persona infetta presenta sintomi, cosa che denota una elevata carica virale, tanto maggiore quanto più gravi sono i sintomi manifesti. La trasmissione avviene solo ed esclusivamente quando la persona infetta sintomatica emette con energia goccioline di saliva contenenti il virus, attraverso colpi di tosse o starnuti oppure attraverso il contatto diretto con le secrezioni respiratorie. La trasmissione e il conseguente contagio avviene solo ed esclusivamente per contatto prolungato tra la persona infetta e sintomatica e la persona sana, in ambiente chiuso e poco ventilato. La trasmissione e il contagio si verificano solo ed esclusivamente quando la persona sana si trova in una fase di debolezza del proprio sistema immunitario di difesa e quindi in una condizione di maggiore vulnerabilità: tale condizione può essere conseguente a differenti e multipli motivi, tutti riconducili alla presenza concomitante di patologie croniche e di stili di vita scorretti quali, ad esempio, alimentazione non equilibrata, soprattutto per eccessivo apporto di proteine animali e prodotti raffinati, scarsa attività fisica aerobica, eccesso di impegno lavorativo non compensato da adeguato svago e riposo, cattiva qualità del sonno, relazioni sociali conflittuali e frustranti, emozioni prolungate quali paura e rabbia, utilizzo prolungato ed eccessivo di farmaci sintetici. Il Sars-Cov2 presenta sulla propria superficie una proteina, chiamata Spike, che, legandosi a specifici recettori ACE2, permette al virus di entrare nelle cellule umane e infettarle. É stato ampiamente dimostrato che la proteina Spike è la principale responsabile degli effetti patogeni del Sars-Cov2, in quanto i recettori ACE2 sono espressi sulla superficie di molte cellule, tra cui le cellule endoteliali (che costituiscono le pareti di rivestimento dei vasi sanguigni), le cellule nervose, le cellule del sangue (in particolare globuli bianchi e piastrine). Questo legame ha conseguenze sul sistema di regolazione della pressione arteriosa, sulla coagulazione e sulle attività neurologiche, inducendo uno squilibrio del controllo della pressione sanguigna, delle funzioni della coagulazione, e la comparsa di sintomi tipici come dolori, astenia, difficoltà alla concentrazione, cefalea. Il Sars-Cov2 nella stragrande maggioranza dei casi, una volta entrato nell’organismo ospite viene contrastato dalle barriere fisiologiche e inattivato dalle difese immunitarie dell’ospite stesso. Nei soggetti deboli, il Sars-Cov2 provoca un processo infiammatorio che inizia in maniera lieve o moderata e si manifesta con sintomi influenzali respiratori, gastrointestinali e neurologici, fino allo sviluppo di una polmonite. Nei casi in cui non si intervenga precocemente con un’adeguata terapia, il processo infiammatorio diventa grave e, a volte, fatale a causa di una cascata di meccanismi biochimici chiamata “tempesta di citochine” indotta proprio dalla proteina Spike. Alla luce della conoscenza dei meccanismi fisiopatologici d’induzione del danno da parte del Sars-Cov2, e considerando i brillanti risultati terapeutici ottenuti da numerosi medici distribuiti sul territorio nazionale, che sono riusciti a curare a domicilio circa 80.000 persone nell’ultimo anno e mezzo, appare imprescindibile che le persone affette da Covid-19 vengano curate precocemente mediante l’utilizzo di farmaci chimici e naturali che hanno dimostrato una indubbia efficacia nella pratica clinica. A seconda della presenza e della gravità dei sintomi, della storia clinica pregressa della persona infetta e della concomitante presenza di patologie croniche, sono stati approntati protocolli terapeutici mirati a contrastare la risposta infiammatoria. Partendo dall’assunto indiscusso che l’utilizzo di Paracetamolo, in qualsiasi fase della malattia, risulta fortemente sconsigliato, i farmaci utilizzati sono principalmente antinfiammatori o ad effetto antinfiammatorio, antibiotici (probabilmente a causa della concomitante infezione dei batteri intestinali) e anticoagulanti (sia per l’effetto sulla coagulazione che per l’effetto antinfiammatorio). Fondamentale l’utilizzo di prodotti di origine naturale ad azione antiossidante, anti-radicali liberi e di conseguenza antinfiammatoria, quali vitamine, flavonoidi, proteine, elettroliti, probiotici. L’intervento terapeutico precoce, in prima o seconda giornata dalla comparsa dei sintomi, nella maggior parte dei casi secondo l’esperienza maturata sul territorio, porta alla scomparsa dei sintomi nel giro di alcuni giorni e alla negativizzazione del tampone molecolare PCR in 7-10 giorni, ed infine all’attenuazione o totale assenza dei sintomi del cosiddetto long-covid, sintomi inabilitanti che si protraggono per settimane o mesi. Risulta inoltre fondamentale che il trattamento precoce avvenga sotto stretto e frequente controllo medico e in una relazione di fiducia tra medico e paziente. In previsione dell’abbassamento delle temperature e della diminuzione delle ore di luce che si verificheranno nei mesi autunnali e invernali, riteniamo che sia molto importante attuare delle strategie di prevenzione per rafforzare il sistema immunitario e l’apparato digerente, così da preparare l’organismo a contrastare le comuni infezioni stagionali. In particolare ci sentiamo di consigliare: - dieta prevalentemente naturale vegetale a base di prodotti di stagione; - papaya fermentata 1 bustina da 3 gr. al giorno per 45 gg; - a seguire, protocollo di pulizia e ricolonizzazione dell’intestino mediante probiotici della durata di 24 gg.
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RIFLESSIONI
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